
Wilson Blade 98S v8

In campo, Wilson Blade 98S v8 è un telaio con un mix di luci ed ombre che vanno molto ben valutate prima di un eventuale acquisto, perché, sebbene sia una versione più maneggevole e tecnicamente più facile rispetto alle due 98 maggiori, è comunque una racchetta più scarica, con un comportamento che si defila un po’ rispetto alle “solite” Blade, ma che per qualcuno può avere senso. Ed in effetti c’è una nicchia di tennisti che gioca, con piena soddisfazione, con le varie versioni di Blade 98S, perché il suo mestiere è quello di dare spin gratuito, perché, in generale, tende a dare sempre un po’ di spin in più rispetto a quanto impresso, ma soprattutto per chi mette poco spin e vuole che il telaio faccia un po’ di lavoro per lui. Non va bene, invece, per chi carica molto i colpi di spin, perché la palla tende a girare molto su sé stessa e a perdere spinta quanto si sa già dare tanto spin sulla palla. Non va vista, quindi, come una spin machine, ma anzi come una classica molto gratuita in spin e che mette rotazioni anche laddove (quasi) non ci sono. Tuttavia, oggi che Blade 16×19 si è alleggerita, la domanda che bisogna farsi è “ha ancora senso Blade 98S?”. Questa domanda, va fatta soprattutto alla luce del fatto che ci sono tre aspetti fondamentali da tenere presenti. Il primo di questi aspetti è Blade 16×19, ora dimagrita, ha un maggiore spin, sicuramente più controllabile, più intellegibile, ma anche un maggiore controllo generale, insieme ad una spinta più sincera e corposa a livello intermedio. Il secondo aspetto è legato al fatto che Blade 98S vuole un ritmo alto per rendere e, se da un lato è leggera, dall’altro quella leggerezza va compensata di braccio, spingendo e mettendo sostanza, ricordandosi, però, che lo spin va spesso in fuorigiri quando si forza e la palla rischia di essere complessa, ma non pensante, spesso anche accorciando un po’ sui colpi rispetto alla traiettoria che ci si aspetta. Il terzo punto, il più snervante, è che il telaio consuma la corde, anzi, più che consuma, ne prosciuga proprio l’anima e dopo poco più di un’ora, ad un ritmo sostenuto, di fatto il telaio, con qualsiasi armeggio, perde molta prestazione e va reincordato. Per questo motivo, un tennista, anche amatoriale, per concludere una settimana di gioco, con 3-5 allenamenti di un’ora, è bene che abbia 3 telai almeno, con una spesa praticamente da nababbo. Chiaramente, per chi gioca meno e vuole una Blade più maneggevole, ma con meno motore, può essere sempre una buona soluzione, soprattutto alla luce del fatto che la potenza non è ferma, che lo spin è praticamente sempre presente e che la tolleranza non è per nulla male. Quindi, un telaio, Blade 98S, che ha un carattere molto specifico, quello di aiutare a dare spin e di arricchire il gioco di chi gioca prevalentemente piatto, spingendo frontalmente, che non vuole cambiare tipo di swing, ma al contempo rendere la palla più complessa. Direi che ha ancora senso, ma non per tutti, anzi per una nicchia di tennisti molto ben identificati, ma che sappiano stare sempre su un discreto ritmo per compensare la sua leggerezza e la mancanza di massa rispetto alle sorelle 16×19 e 18×20, che, per molti versi si fanno preferire.