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Mantis Pro 310 II

Poco più di un anno fa, ho avuto il mio primo contatto con Mantis, testando la Pro 295 (Qui la recensione), un telaio che mi aveva lasciato sensazioni molto positive, sia per resa che per qualità. A distanza di tempo, mi è stato proposto di provare anche la Pro 310, dopo che Mantis ha deciso di aggiornare esteticamente il telaio e, ovviamente, non mi sono tirato indietro.

Innanzitutto una presentazione dovuta, soprattutto per coloro che non conoscono Mantis. È una casa inglese, nata dall’esperienza Dunlop, che lavora su livelli qualitativi elevati e che produce telai interamente in grafite alto modulo, senza alcun additivo o materiale aggiuntivo. Non c’è tungsteno, non c’è rame e nemmeno basalto, solo ottima grafite, come si faceva un tempo. Quindi, nonostante i prezzi siano concorrenziali, la qualità e la scelta dei materiali è assolutamente di alto livello, proprio come amano gli appassionati.

pro310-2

Scheda tecnica
Headsize 98 inch2 (632 cm2)
Peso 310 grammi (non incordata) 331 grammi (incordata)
Schema corde 16×19
Bilanciamento 315 mm
Profilo 21 mm
Flex 66 RA (non incordata) 63,5 RA (incordata)
Swingweight 323 punti
Twistweight 18 punti
Spinweight 341 punti
Lunghezza standard (Manico modulabile per estensione lunghezza fino a 2,5 cm in più)
(Dati di laboratorio rilevati e forniti dal Pro-T-One Team, www.pro-t-one.it)
Veniamo alla Pro 310, partendo come di consueto dall’estetica. Mantis ha aggiornato esteticamente tutti i modelli, lasciando il bellissimo nero opaco alla serie Pro, che ora si differenzia per gli inserti di colore Verde fluo, rosso e giallo a seconda del modello e rispettivamente per i pesi di 310, 295 e 275 grammi. In realtà è allo studio anche un modello da 325 grammi, nero opaco con innesti grigi, ma non è ancora confermata la commercializzazione. La Pro 310, come vedete in foto, ora è immediatamente riconoscibile per il verde fluo sull’ovale e le serigrafie riportano la nomenclatura “Pro 310 II”. La vernice è davvero ben fatta, resistente, piacevolissima al tatto e alla vista. L’inserto colorato le dona un vestito più moderno e sbarazzino, per un’aria più trendy e accattivante. Il telaio “invecchia” bene e la buona fattura della vernice fa in modo che il colore resti invariato per tanto tempo, anche con un uso intensivo. Al manico troviamo la soluzione modulabile sulla quale Mantis punta molto ovvero i pallets che consentono, oltre che il cambio di misura, anche l’allungamento del telaio fino a 2,5 cm in più. È una soluzione intelligente, che può far risparmiare tempo e denaro, oltre a permettere una personalizzazione estrema del telaio. Sempre al manico si fa notare il grip di serie color cuoio ma sintetico. Ben fatto, corposo e poco cedevole, assicura ottima presa e tanta sensibilità nel contatto con il telaio. C’è qualità nella Mantis Pro 310 e le scelte non sono per nulla banali. A tutto ciò si aggiunge che il telaio è stato messo a punto insieme a Greg Rusedski.

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80 commenti

  1. recensione ottima come al solito, manca però un dato importante…corde/tensione con cui è stata testata ed eventuali alternative in base agli utilizzatori come fatto per altri test

  2. ..non era una ncessità specifica ma solo per avere una quadro più completo per la prova del telaio effettuata – credo che sapere che corde si usano e con quali il telaio risponde meglio, in base naturalmente al tipo di gioco, non è male

    • ho provveduto, proprio perchè ho capito la necessità. Ma non vorrei essere fuorviante nell’inserire un test con una corda piuttosto che un’altra. Di solito utilizzo quello su cui sono settato al momento, altrimenti perdo i riferimenti 😉

  3. ..ottima soluzione, economica e reversibile
    penso che almeno i pallets intercambiabili per aumentare/diminuire la misura del manico dovrebbero essere obbligatori su ogni telaio

  4. Ciao Fabio, volevo chiederti come hai trovato questa Mantis quando si tenta il colpo di chiusura impattando molto in anticipo e con movimento in avanti, quindi piatto e poco coperto? Ddiciamo un colpo alla Dolgopolov per intenderci 🙂 L’hai trovata efficace o pensi ci siano telai che si lasciano di gran lunga preferire?
    Te lo chiedo perché dalle analisi di Pro-T-One sembrerebbe una racchetta molto versatile, quindi che si presta a diversi tipi di interpretazione, anzi secondo te volendo ottimizzare al massimo l’efficacia nelle situazioni appena descritte, come andrebbe incordata?
    Ciao e grazie, è un piacere leggere questo blog!

    • Ciao Django, la 310 è efficace sulle chiusure piatte e rispetta sempre la sua rotondità di gioco. La scheda di Pro-t-one mi trova molto d’accordo, anzi sono solito lavorare sui dati che loro mi forniscono dopo i test in laboratorio 😉

    • Ciao Alex, le due Pro One 16×19 differiscono in peso e rigidità, oltre che nel sistema Xenecore applicato. La GT, la più agonistica, è 310 grammi, ra 60 e peso 310, con il sistema di riempimento Quad-core a quattro canali. La Pro One 97, invece, è 305 grammi, ra 64 e contiene il sistema Tricore, che promette di essere ancora più confortevole del Quad-core. Tra le due, la GT è quella votata ad un gioco più classico, che produce palla pesante e buona resa dello spin. Vuole movimenti ampi e fluidi e rende al meglio. La versione da 305 grammi è più facile, ha un piatto più reattivo e offre un migliore livello di rotazioni, anche per la maggiore maneggevolezza, che la rende utilizzabile da più tipologie di utenti. Sono simili, ma offrono, la prima, un feeling morbido e molto classico, la seconda, un feeling leggermente più secco e diretto con la palla. La mantis Pro 310 è un telaio diverso dai due precedenti, per le geometrie più somiglianti ad una SixOne 95, ma con piatto reale da 98 pollici. 100% grafite, profilo 20 mm, ha un carattere docile, ma sa anche picchiare molto forte, sia piatto che spin. Di sicuro, per il rapporto qualità/prezzo, è la mia Best Buy. Rispetto alle Pro One, è leggermente meno difficile tecnicamente, ma è sempre una 310 grammi e risulta essere una concorrente diretta della Pro One GT. La Mantis ha una rigidità di 66 ra, ma la composizione di grafite di ottima qualità e la quantità della grafite utilizzata rendono il telaio decisamente più morbido in gioco.

  5. Ciao fabio alla fine dopo una lunga ricerca ho presa la pro 310II a un buon prezzo volevo chiederti che cordi mi consigli su questa racchetta: io gioco prevalentamente piatto o colpi coperti rovescio a una mano , mi piace spingere da fondo e costruirmi il punto grazie alex

    • Ottima scelta, non ti deluderà. Come corde ti posso consigliare qualcosa sicuramente il Mantis Tour poly, che sul gioco piatto si comporta benissimo, ma anche Dyreex pulse, che rende l’attrezzo molto rotondo e immediato, anzi, ancora di più visto che già lo è. Tra le corde commerciali ci sono tante alternative, in generale, però, evita corde troppo morbide, perchè il telaio flette ed è reattivo nella risposta.

  6. Ciao Fabio, recensioni ottime di chi gioca a tennis. Cosa pensi delle racchette pro stock che in giro si comprano con relativa facilità. cerco comunque una racchetta in graphite RA 58-60 peso, no problem, bilanciamento 305 da incordare. Ho provato la Zus 95 RA 62 è buona ma troppo morbida in testa. Cosa mi consigli? Mi piaceva la 310 Mantis, o la Tecnifibre limited. Ho provato la Donnay GT 18/20 ma la trovo dura. Grazie

    • Ciao e benvenuta, innanzitutto. Sulle prostock ho una mia filosofia molto precisa: comprare rottami che hanno giocato chissà quanto, non ha senso, mentre, se le caratteristiche si addicono alle proprie necessità o alle proprie curiosità, ben venga un bel telaio Prostock nuovo o seminuovo. Ovviamente non bisogna dimenticare che le racchette da Pro vanno customizzate per funzionare a dovere e, di solito, lì casca l’asino e il custom viene fatto o troppo o sommariamente. Cercando nel mercato attuale, esistono tanti telai morbidi e meno morbidi, con flexpoint molto diversi, allora perché andarsi a cercare una Prostock, magari mai provata prima? La ragione principale di queste racchette, di solito, è insita nel fatto che i Pro non vogliono separarsi dai loro telai storici, con i quali sono cresciuti e che conoscono molto bene. Chi nasce oggi come tennista professinista, difficilmente usa una Pro tour o una Pro Staff classic. Quanto alla tua richiesta, i telai bilanciati a 305 sono veramente pochissimi e hanno pesi piuttosto importanti. Probabilmente, un telaio come la Mantis Pro 310, 310 grammi e 31 cm di bilanciamento, senza troppa inerzia, può fare al caso tuo, senza affaticare troppo il braccio. Quanto dici della donnay GT 18×20 mi sembra molto strano, essendo uno dei telai che abitualmente è nella mia sacca e, soprattutto, avendo una rigidità reale ben al di sotto dei 58 punti dichiarati.

  7. Ciao devo dire che la Mantis Pro 310 mi intriga molto, o attualmente gioco con una Wilson Pro Staff 97 con Aqua Power tirate a 23-22 e mi trovo molto bene specialmente dopo aver portato la racchetta a 33 di bilanciamento.
    Che similitudini e/o differenze ci sono tra le due racchette? Grazie in anticipo.
    Paolo

    • Ciao Salvo, come Full Mono puoi spaziare come vuoi, evitando, però, corde super-morbide. Come mono, infatti, ho trovato il setup migliore con 4G soft, Polyfibre Tour Player e Mantis Tour Poly, tutte a tensione bassa, 21/20 o 22/21 al massimo. Come reverse, metterei un multi di sostanza sulle verticali, tipo XR1, e uno dei mono che ho citato su, tenendo una tensione di 23/21 o 22/21.

  8. Buongiorno Fabio,

    volevo chiederti due pareri in merito a a questa racchetta:
    1) Eventuali differenze (pregi o difetti) rispetto alla versione precedente…quella nera per intenderci.
    2) anche se parliamo di due racchette differenti e magari la aero storm GT non l’hai mai provata, ti chiedo un paragone a grandi linee su questa MANTIS PRO 310 II e la AERO STORM GT 300gr….racchetta un po’ vecchiotta ma che uso tutt’ora.

    ciao e buonissima giornata.

    Cristian

    • la differenza sostanziale tra i due telai è la maggiore stabilità della Mantis e il feeling più da racchetta classica e flessibile. La Aero Storm è un gran bel telaio, ancora oggi, ma ha poca spinta e necessita di qualche intervento per avere la stabilità della 310, che è anche più maneggevole e concede più spin. In generale, la Storm paga la mancanza di un po’ di massa per rendere al meglio e un piatto un fusto un po’ rigido, che limita la sensazione sul colpo.
      Le differenze, invece, tra vecchio e nuovo modello della Mantis 310 risiedono, oltre che nel’estetica rivista, anche nella differenza del pattern, che nella precedente versione era più chiuso, mentre quello attuale ha le corde centrali più larghe. Altre migliorie sono state apportate ai passacorde, che sono più resistenti e adattivi.

  9. Ciao Fabio, dopo un periodo con Yonex dr98, che ho trovato ottima ma poco cattiva quando si spinge, pur se con un comfort elevatissimo che mi ha protetto il gomito e ha impedito il ripresentarsi dell’epicondilite, ho deciso di dare una chance alla Mantis 300, che ho trovato davvero ottima. Volevo però sapere se questa Mantis pro 310 può essere una valida alternativa alla dr98, magari un pochino più facile e più potente, oppure la donnay pro One 97 tri core. Ne abbiamo parlato tempo fa, ed io sono indeciso tra queste due. Quale ritieni più facile e meno stancante? Come rapporto qualità prezzo la pro 310 conviene molto (il modello 2014 è in offerta) ma preferisco un consiglio prima di spendere altri soldi.

    • vedo che sei un po’ in confusione, perchè prendi in esame telai troppo diversi per peso e prestazioni. La Mantis 300 è una tuttofare con un buon feeling e un ottimo controllo sui colpi piatti, che può sostituire una racchetta classica, senza rimpiagere sensazione di impatto e stabilità. Ti dico, in antemprima, visto che ne sto scrivendo proprio adesso, che, da oggi, è disponibile anche la versione 315 grammi, che è un portento di spinta. Per ciò che riguarda la Mantis Pro 310, non nascondo che è la mia scelta, perchè è un telaio puro, nell’impatto e nel gioco, con controllo, spin e comfort, ma va spinto bene, perchè è un telaio agonistico vero. La Donnay Pro One 97 Tricore è sicuramente più facile della Mantis Pro 310, rispetto alla quale spinge di più, offre più spin e più maneggevolezza. Se la mantis è più diretta nell’impatto, la Donnay ha una sensazione più morbida e tollerante. Qui entra in gioco la preferenza personale, tra impatto burroso o più secco e diretto, ma sempre morbido.

  10. Come sempre gentile e preciso Fabio. Grazie dei consigli. Proseguo nel frattempo a testare la Mantis 300, e con pazienza deciderò cosa fare, tenendo sempre presente l’opinione del mio gomito che prevale su tutto, e dell’età che avanza inesorabile lasciando spazio più al divertimento che alle velleità agonistiche.

    • tutti i telai che ti ho citato non hanno particolare rigidità, anzi, sono tutte gentili, con particolare riguardo per la Mantis 300 e, ovviamente, per la Donnay, che ha il riempimento di steli e manico, proprio per la protezione del braccio.

  11. Quindi la dr98 resta più facile della Mantis pro 310, giusto? Tempo fa mi dicesti giustamente che se si sceglie un telaio sbagliato, non idoneo al proprio livello, ci si fa solo del male. Pensiero che condivido in pieno…peccato la Mantis pro la trovo bellissima, soprattutto il vecchio pj. La sezione ellittica del piatto mi ricorda tanto la Radical pro. Per carità la Mantis 300 è un gran telaio mi ci sto trovando bene, solo che mi manca il feeling da racchetta classica che credo abbia la pro 310…ci sarebbe solo da provarla a questo punto, ma siccome mi sono sempre fidato dei tuoi consigli, che si sono rivelati esatti, mi ritrovo a chiedertene ancora. Scusa se ti riempio di domande.

    • In realtà la Mantis Pro 310 non è un telaio così difficile, pretende tecnica alla stessa maniera della DR98, rispetto alla quale è più cativa e reattiva, pur non essendo dura. Non è un vecchio telaio da 330 grammi, è un 310 agonistico, che vuole spinta, ma ripaga con spin, feeling e controllo sulla palla.

  12. Trovata una Mantis pro 310 col vecchio pj, manico ancora col cellophane, praticamente nuova, a 110 spedita. Ti sembra un buon prezzo considerando che presa dal fornitore costerebbe 140?

  13. Ciao Fabio, sono ancora alla ricerca di un telaio che sostituisca la mia Prince Response 97, che mi piace tantissimo ma alla lunga trovo faticosa.
    Ti avevo già scritto nella discussione della Mantis 300, ma purtroppo l’occasione per prenderla di seconda mano è sfumata, e la Prince Tour Pro 100 (anch’essa d’occasione) non mi è piaciuta molto avendola provata, troppa poca spinta e voleè così così, almeno a mio giudizio.
    Volevo quindi chiederti se la Pro 310 II poteva essere una buona alternativa alla Response, ovvero se risulta meno faticosa e quali differenze troverei.
    Grazie ciao.

    • Ciao Mike, La Pro 310 II è un telaio che spinge sicuramente più della Response, ma parliamo di un telaio comunque agonistico, che richiede tecnica e forza. Onestamente, se reggi la Response, la 310 non dovrebbe rappresentare un problema per te, quindi ti consiglierei di darle una chance 😉

  14. Grazie,
    in effetti non so se quei dieci grammi in meno (320 la Response contro i 310 della Mantis) possano fare la differenza, ma questa Mantis mi attira veramente molto.
    Come corde per stare in casa Starburn quale vedresti bene ed a che tensione?

    • Aqua Power per potenza e consistenza, Fluo Power evo per spin, controllo e gioco di spinta. Eviterei la Vortex, perchè la Pro è già tendente al morbido. Considera anche un ibrido, perchè il feeling e la semplicità di utilizzo vengono fuori veramente bene.

  15. Le Aquapower le avevo già provate sulla Response e in effetti mi erano piaciute a 22 kg v/o, sulla Mantis che tensione mi consigli per un gioco tutto campo con poco spin e c’è bisogno di differenziare v/o? Grazie ancora!

  16. Ciao Fabio, avrei trovato in super offerta la Pro 310 vecchia versione, ovvero quella tutta nera. Due domande:
    Tecnicamente che differenze ci sono rispetto alla nuova Pro 310 II ?
    Il manico disponibile sulla 310 in offerta è della misura 4, ma si può eventualmente ridurre alla misura 3 cambiando i pallets, ed è una operazione che posso fare in autonomia?
    Grazie mille ciao.

    • Ciao Mike, la differenza sostanziale sta nello schema corde leggermente diverso, più da controllo nella versione precedente, più adatto allo spin nella nuova. Parliamo di piccoli cambiamenti, anzi di evoluzione rispetto alle richieste dei clienti. Il manico si può cambiare, certo, ma ti faccio presente che http://www.hmasport.it le ha sempre in offerta ed è canale ufficiale per la distribuzione di Mantis.

  17. Ciao Fabio,
    alla fine ho preso la Pro 310 vecchia versione in offerta, ce l’ho da circa dieci giorni e la sto usando con molta soddisfazione al posto della Response, rispetto alla quale è molto più maneggevole, ha più spinta ed è altrettanto precisa.
    Forse solo le volèe risultavano più decisive con la Response, ma può darsi debba ancora trovare il movimento giusto.
    Per le corde, a casa ho un set di Starburn Aqua Power che mi hai già consigliato (a 22 o 21 kg), ma avrei anche un set di Starburn Gut Power, come le vedresti quest’ultime su questo telaio ed a che tensione?
    Grazie ancora per i consigli e la passione che dimostri in tutti i tuoi articoli.

    • Ciao Mike, la Pro 310 è sempre una sopresa positiva per chi la prova, che sia la versione precedente o la attuale.
      Le Aqua montale a 21/21 4 nodi, troverai molta potenza in più, mentre le Gut Power vanno messe a non più di 23 kg, perchè ilt elaio è ricco di controllo e non necessita di tensioni alte con il multi. potresti optare per un 23/23 tranquillamente. Attendo un tuo feedback sui due armeggi 😉

  18. Grazie Fabio,
    le Gut Power in realtà le avevo prese per montarle sulla Response, ma ora le dirotterò direttamente sulla Pro 310…. 🙂
    Tra Aqua e Gut che differenza potrò trovare, su questo telaio, come giocabilità e durata?

    • Come tutti i telai reattivi, le Pro 310 consumano le corde in maniera veloce, ma le sfruttano anche ne gioco. La Aqua ti darà potenza e controllo, con uno spin più che sufficiente, mentre le Gut aumenteranno feeling, tolleranza, comfort, anticipo e spinta ai medi regimi. Le Aqua sono molto appaganti, ma non hanno una durata molto elevata, parlo dinamicamente, perchè fisicamente non si consumano facilmente. Per il Gut, invece, la durata è superiore alla media del tipo di corda.

  19. Grazie, dato che le Gut Power sarebbero il primo multifilo che utilizzerei, volevo chiederti se le devo portare a rottura o dopo quante ore dovrò sostituirle e come me ne accorgerei?

    • Puoi portarle a rottura tranquillamente, i multi hanno questa ottima caratteristica. Ovviamente, se la usi una volta e poi la riponi per un mese nel borsone, no, l’armeggio si secca, ma nell’uso regolare si arriva a rottura senza problemi.

  20. Perfetto, allora dovrò necessariamente farmi la coppia di Pro 310 🙂 , altrimenti non ho la sostituta quando arriverà la rottura delle corde!
    Grazie ancora Fabio, sei un GRANDE!

  21. Ciao Fabio, come da te suggerito ho montato le Starburn Gut Power a 23kg v/o, finora ci ho giocato circa 7-8 ore e devo dire grande sensibilità, morbidezza e spinta, quest’ultima anche troppa! 🙂
    A volte vado lungo pur non spingendo molto… che ne pensi se la prox incordatura, sempre con questa corda, salgo a 24kg v/o, oppure è troppo?
    Comunque questo armeggio mi piace moltissimo, come già detto è il mio primo multifilo e mi sembra ci si sposi bene con la Pro 310, e poi mi piace il fatto di risistemare le corde durante le pause, mi sembra di essere tornato indietro di oltre trent’anni quando facevo lo stesso con il budello montato sulla mia mitica Dunlop Max 200G… E perdonami questo deja vu… 🙂
    Ciao

    • Ciao Mike, con il power gut puoi andare anche su 24 kg, la dinamica della corda lo permette, ma non salirei oltre. Se dovessi riscontrare, a 24, ancora un problema di controllo, meglio passare all’ibrido, sempre con Gut Power, con un mono non eccessivamente rigido, ma sempre da controllo e scendendo a 21 kg, con il multi tirato a 22. Bello tornare indietro nel tempo, è bello rivivere qualche momento di gioco del passato. Purtroppo non ho vissuto il periodo delle racchette di legno e mi dispiace, ma ho vissuto sicuramente il periodo delle corde che si spostavano di continuo! 😉

  22. OK, allora la prox incordatura la faccio 24 kg con Gut Power, poi vediamo come va.
    Eventualmente quale mono da inserire nell’ibrido potrebbe andar bene rimanendo in casa Starburn? A casa ho un paio di set di Aqua Power e Orange Power… uno dei due potrebbe andare?
    E poi, perdonami per l’ignoranza, nell’ibrido il multi va messo sulle verticali o sulle orizzontali, o non c’è una regola fissa?

    • Ciao Mike, dell’ibrido si possono fare le due varianti, classico e reverse, con il mono sulle verticali e orizzontali in multi è viceversa. Ti consiglio di provare il classico, magari con le Aqua, che sono corde da potenza e sostanza. Le Orange non le conosco, quindi non posso pronunciarmi 😉

  23. Ciao Fabio, dopo oltre due mesi di utilizzo della Pro 310 (prima versione, quella all black) posso confermare tutte le note positive riscontrate all’inizio 🙂
    Come corde sto sempre usando le Starburn Gut Power 1.25 a 23 kg v/o (nel frattempo ho rotto e reincordato…), e mi ci trovo benissimo, ho superato la perdita di controllo che avevo all’inizio.
    Una domanda: per rendere più “cattiva” e risolutiva la Pro sui colpi dall’alto come servizio e smash, dove non riesco ad essere incisivo come vorrei, che ne pensi se aggiungo uno-due grammi ad ore 12, senza però controbilanciare sul manico per non appesantire troppo la racchetta, che con overgrip e antibrazioni già pesa sui 330-331 grammi? Snaturerei troppo le caratteristiche del telaio? E come piombo potrebbe eventualmente andar bene lo Wilson Tungsten?
    Grazie ciao!

    • Ciao, molto bene. Come custom procedi con uno o due grammi ad ore 12, ma utilizza il piombo a bassa densità, il tungsteno è troppo concentrato e coprirebbe poco spazio, senza stabilizzazione.

  24. Ciao fabio ci eravamo sentititi un anno fa per la mantis pro 310 II e dopo un anno ti dico che mi trovo molto bene, ma adesso ho voglia di provare qualche racchetta nuova.
    Sono classificato 4.1 e sto giocando spesso con i terza e sento che nel rovescio ad una mano soprattutto quello in top nn la trovo molto stabile negli scambi a ritmo più alto.
    Adesso le domande:
    Che racchetta potrei provare mantenendo le caratterisitiche della mantis calcolando che quest’anno vorrei passare in terza quindi mi servirebbe un po’ più di pesantezza di palla?
    X il rovescio si può fare qualcosa con le corde io uso le mantis tri spin c a 21/20?
    grazie e complimenti x il tuo lavoro
    ciaoalex

    • Ciao e bentornato!
      Probabilmente cerchi qualcosa che renda meglio sui colpi coperti e che conceda più profondità. Penso che potresti optare per Wilson Pro Staff 97 2017, Yonex V core Duel G 310 e Donnay Pro One GT, che mantengono la stessa dinamica della Mantis, ma tutte hanno una migliore compattezza sui colpi in spin e una palla più pesante, oltre che una potenza superiore. Come corde, se non vuoi lasciare la Mantis, che è sempre un ottimo telaio, ti consiglio di optare per le Diadem Solstice power o per le Elite XT, ottime entrambi per incentivare lo spin facile.

  25. grazie mille come sempre risposta precisa e puntuale! consiglio il tuo sito a tutti i miei amici tennist.
    Un mio amico mi ha proposto di provare la yonex di wawrinka ma la versione precedente e quella da 310 gr e mi ha detto che per il mio gioco sarebbe ideale
    me la consigli ? facendo riferimento ovviamente alla mantis grazie mille alex

    • Beh, la Duel G 97 è un ottimo telaio ed è della stessa categoria della Mantis Pro 310. Merita una prova di sicuro, per qualità e resa in campo. Ti ringrazio per i complimenti e per la pubblicità 😉

  26. ciao provato la duel g 97 è un cannone, mi piace come sensazione e manegevolezza ma nn ti lascia troppo margine, se strappo un poco nn ti perdona adesso la provo con una corda di controllo ma quelle che mi hai consigliato sono simili o ti danno più giocabilità ? altrimenti rimango con la mia mantis ..
    grazie alex

    • Come corda monterei quasi esclusivamente Yonex, dalla Fire alla Air, ma l’impostazione del telaio non cambia, è esigente, ma tira a tutta birra, anche carico di Spin. La Mantis conserva un po’ di maneggevolezza in più, anche se tira un po’ meno forte.

    • La Mantis è sul genere Yonex come difficoltà tecnica, ma impegna meno fisicamente. La Pro staff ha un pattern più largo e presenta un coefficiente di difficoltà meno elevato, soprattutto per la resa immediata di spin e di affondo nelle corde.

  27. Ciao Fabio rieccomi, sono ancora con la mia bella mantis pro 310 II.
    Ho provato la pro staff 97 ma l’ho trovata x me troppo difficile facevo fatica a far girare la testa della racchetta anche se è sempre bella la sensazione dell’uscita della palla della pro staff in confronto ho preferito la pro staff ls ma mi affatica troppo il braccio. In confronto a queste 2 racchette la mantis sembrava una racchetta di 300 grammi.
    Volevo un altro consiglio, io ho un apertura poco ampia sia di dritto (tendenzialmente piatto o poco coperto) che di rovescio a una manno e cerco di pressare da fondo campo…che racchetta potrei provare che riesce a velocizzare bene la testa della racchetta in poco spazio?
    Con la mantis mi trovo bene ma analizzando il mio colpo vorrei una maggiore velocità dell’uscita della racchetta
    grazie alex

    • Ciao, con poca apertura, devi operare una scelta: o decidi per un telaio più pesante, votandoti all’anticipo, oppure ad un telaio più leggero e potente, per sfruttare la gratuità della spinta. Tuttavia, propenderei per la seconda ipotesi e andrei a guardare tra le 300 grammi non troppo polarizzate, profilate. La lista è lunga, tra Pure Drive, Formula 100, T-fight 300 DCS3 e simili, tutte racchette che possono assicurarti la stabilità di una struttura rigida, con la spinta facile per rendere il colpo più efficace, anche su aperture non grandissime. Penso che la classica,a questo punto, non sia una tipologia di racchetta che ti aiuti, se non nel controllo.

  28. infatti oggi un mio amico mi ha fatto provare l”ultima head touch speed mp e mi sono trovato bene…avevo sempre guardato male le 300 perchè quando ho iniziato a giocare 3 anni fa avevo provato pure drive e la head touch extreme mp ma nn mi davano tanta stabilità invece oggi era ottima anche negli anticipi e colpi di contrabalzo–
    grazie della tua professionalità
    alex

  29. ciao! alla fine ho scelto la racchetta e ho preso la prince textreme tour 100p e devo dirti che mi sono trovato molto bene a livello di stabilità, maneggevolezza e Potenza…peccato che nn hai fatto la recensione…
    ma ti ho scritto per un consiglio sulle corde:
    la racchetta che avevo in prova nn so che corde aveva su ma era un po- rigida ma sentivo bene il piatto corde e ottimo controllo.
    Poi ho messo le mie corde le tri spin della mantis a 20/21..e decisamente meno rigide ma la palla mi scappa via un po’ devo stare attento..anche se la palla esce più veloce..

    cosa faccio per trovare un equilibrio tra sensazione morbida controllo e Potenza…aumento di un chilo ..cambio corde…se mi puoi aiutare ..
    grazie mille
    alex

    • Ciao, purtroppo, non riesco ad avere tutti i test per tempo, ma sto risolvendo. Quanto alla 100p, alla fine non l’ho ricevuta perché tra qualche mese ci sarà il modello nuovo e abbiamo posticipato il test.
      Sul discorso corde, non credo che la Tri-spin sia la corda ideale, proprio perché affonda molto, su un telaio già morbido. Oltretutto, un sagomato estremo, su un pattern 18×20, ha veramente poco senso.
      Possibilmente, scenderei con il calibro, stando al massimo a 1.20, a meno di corde abbastanza elastiche, e cercherei qualcosa di liscio, per lasciare spazio al movimento delle corde. Se vuoi restare in Mantis, il comfort poly, una scelta semplice, può andare piuttosto bene, ma guarderei anche alla Black Edge o alla Darkwave di Dyreex.

  30. Ciao! grazie mille! nn voleva essere una critica, ci hai abituati troppo bene!
    ho comprato la black edge ma c’è solo 1,25..la darkwave nn è disponibile e la mantis intendevi la tour poly o la tour comfort..mi puoi consigliare qualche altra corda da provare
    grazie alex

    • Non l’ho presa come una critica, assolutamente, anzi.
      Per quanto riguarda le corde, si, so che le Dyreex non ci sono 1.20, ma hanno ottime proprietà di scorrimento. Come corda più sottile, posso consigliarti la nuova String Project Keen, probabilmente la mia favorita del brand, che fa un ottimo lavoro di solidità di impatto e di spinta, nonostante il calibro piccolo. Inoltre, è capace di potenziare il livello di spin delle racchette a pattern denso, cosa non da poco. Con queste caratteristiche, c’è anche la String Kong Gorill-1 1.20, la Fire 1.20 e hawk touch 1.20.

  31. ciao…ho montato la keen e mi sono trovato bene ma il mio incordatore dice che è troppo morbida e delicata e che nell’ultima incordatura si è spezzata nel momento della tensione la quinta corda orizzontale, incordatore usa una macchina protennis macchina elettronica professionale con trazione a carro lineare tirata in modalità lenta…secondo te è una corda difettosa o è proprio la corda?
    l’altra corda si è rotta quando ho steccato in uno smash in cima …particolare..
    grazie alex
    grazie alex

    • è una corda delicata in fase di motnaggio vero, ma ha un modo unico di semplificare la vita sui telai tecnici. Se pensi sia troppo delicata o poco duratura per te, prova con la Armour Soft, è un concetto simile, ma con un calibro 1.24 e una finitura esterna diversa. Montala ad un kg meno rispetto alla Keen.

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