
Dunlop Srixon CX 200 Tour 18×20

Da fondocampo è un telaio estremamente preciso e rigoroso nell’indirizzare la palla. Il collegamento tra pensiero e azione è istantaneo, scorre velocemente in aria e si manovra anche in poco spazio, ma bisogna faticare per tenere un ritmo che le renda onore. Swing ampio e impatto concreto sono la ricetta fondamentale per avere una risposta decente, ma senza strafare, perché altrimenti interviene il piatto da 95 pollici a ricordare che non si deve uscire dal seminato e l’effetto on-off di un impatto un po’ meno preciso si sente tutto. Se si gioca in maniera composta, però, anche con una discreta copertura di spin, si può sfruttare una traiettoria abbastanza lunga, con la quale piazzare bene i colpi e costruire scambi. Il plus del telaio è il combinato di stabilità e velocità di esecuzione che, dal fondo, consente un gioco in anticipo di livello, che regala soluzioni interessanti soprattutto in avanzamento verso la rete. Occorre molto dinamismo per sfruttare dal fondo la CX 200 Tour, che, se da un lato paga la minore massa rispetto ad altri top di gamma, dall’altro, per le sue caratteristiche, andrebbe interpretata e definita con un custom ad hoc. Una soluzione adottata durante il test è stata quella di appesantire leggermente la testa con 2 grammi di piombo a bassa densità, portando il bilanciamento a 31.5 cm e trovando una netta maggiore consistenza nella risposta in potenza, ma anche un irrigidimento della testa. Altra soluzione adottata è stata quella di posizionare 3 grammi in totale, ad ore 3 e 9, riscontrando invece un miglioramento in sensibilità e “cilindrata” con una risposta più massiccia e più uscita di palla naturale. Con il custom, il telaio può adattarsi al gioco più dal fondo, ma sale la richiesta e viene meno il concetto di racchetta da swing veloce.
Il back è probabilmente il miglior colpo, molto teso, gestibile e sensibile. Si piazza con decisione o delicatezza, ma sempre con apertura ampia. C’è anche del side-spin, non marcatissimo, ma permette delle correzioni in uscita dal piatto.
A rete è molto maneggevole, una bella volée piatta, lunga e piazzata con cura, lascia pensare che la rete sia il suo terreno ideale, anche perché, con il taglio sotto, si fanno discreti numeri in tocco. Alla stessa maniera, sullo smash c’è tanta precisione e si può sbracciare forte per chiudere. A rete, la maneggevolezza aiuta molto nel ritmo e i limiti sono davvero pochi.
Al servizio la prima piatta, anche se non potentissima, è un valore aggiunto e corre precisa in maniera proporzionale alla potenza impressa. Non regala niente in spinta, ma consente un ritmo alto perché l’inerzia non si fa sentire. Sullo slice non delude, basso e filante, non eccessivamente curvo, va spinto per essere efficace e apre angoli interessanti. Il kick, per essere un 18×20 da pollici, è sicuramente buono, ma è più difensivo che offensivo e occorre trovare la quadra tra un piatto piccolo e uno strappo di spin da sotto.
6 commenti
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Ciao Fabio è prevista una prova anche per la versione leggera la LS?
Antonio
Si, è prevista anche una versione leggera, ben al di sotto dei 300 grammi. Non credo che la testerò.
Ciao Fabio. Ho 45 anni, sono 4.1, ma allenandomi potrei credo valere 3.5, 3 4…ho una Yonex vs procore 300×100, mi trovo benino. Secondo te la Dunlop Cx 98 e 305 gr è molto più difficile della mia?
Ciao Aldo, Benvenuto nel Blog.
Se ho capito bene, adoperi la SV 100. Se così fosse, la Dunlop CX 200 è indubbiamente una racchetta più impegnativa per tolleranza e spinta da imprimere per essere efficaci sui colpi, ma nemmeno troppo impegnativa. Dev considerare che, se la SV è una racchetta fatta per aiutare in spinta e spin, la CX nasce per dare controllo e sbracciare forte, mettendo da sé la potenza e gestendola di più con il braccio. Nonostante ciò, non si può dire che la CX 200 sia avara di potenza, anzi, ha una buona spinta, ma è strutturalmente molto diversa dalla SV. Tra poco più di una settimana, pubblicherò la recensione della CX 200, così da essere totalmente esaustivo.
Sei un grande!
troppo gentile 😉