
Dunlop Srixon CX 200 Tour 18×20

In campo la CX 200 Tour 18×20 è un telaio indubbiamente severo, è un 95 pollici che non nasconde la sua tecnicità e la sua pretesa di fisico e di braccio, ma ha anche uno sweetspot che non si può definire generoso, ma che risponde piuttosto regolare nella forma e ben disposto a spingere se il colpo è sostenuto. La potenza gratuita non esiste, bisogna spingere, punto e basta, non bisogna mai togliere il piede dall’acceleratore se si desidera avere una prestazione concreta e redditizia, sempre considerando che qui occorre un tennista vero per accedere al meglio che il telaio possa offrire. In compenso, va detto che il 18×20 ha una spaziatura ben concepita, che riesce a restituire uno spin piuttosto concreto e godibile nella creazione di traiettorie più arcuate e palle complesse. In tal senso, adoperarla per topponi è cosa poco sensata, ma, nello smistamento di gioco, la racchetta offre diverse varianti di colpi e non solo il colpo piatto. Questo, però, rappresenta la zona di comfort per la CX 200 Tour, nella quale sa offrire la giusta spinta e mostra una precisione elevata. Il telaio è low-powered, si capiva anche prima di adoperarla, ma reagisce molto bene alle sollecitazioni, anche per via del riempimento interno nella parte alta dell’ovale, che, anche se non la rende brutale nella spinta, la rende reattiva ai cambi di ritmo. Accetta molto poco i regimi bassi, preferisce nettamente giocare almeno d’incontro o di controbalzo e il meglio lo offre, poi, quando il braccio si libera. La fortuna è che il telaio non pesa molto, anzi ha una maneggevolezza notevole e lascia accelerare la testa con una certa facilità. Più che “lascia”, si dovrebbe dire “costringe”, perché in poco tempo ci si rende conto che bisogna giocare a ritmo molto alto per essere efficaci e che questa racchetta ti pesa e ti misura nel tuo tennis, qualunque sia il livello. In assoluto, non è faticosa da muovere, ma è abbastanza faticosa nell’utilizzo, soprattutto se si pensa di adoperarla con un monofilo, mentre, con un multi, le cose migliorano e si una uscita di palla più facile, fermo restando che la potenza vera la mette il braccio in tutto e per tutto. Veniamo, poi, al feeling. Il telaio ha un dato di rigidità di 62 punti, ma non si presenta pastoso, anzi la sensazione è che la flessione non sia così marcata, cosa che fa sentire il telaio più stabile, ma non sensibilissimo.
6 commenti
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Ciao Fabio è prevista una prova anche per la versione leggera la LS?
Antonio
Si, è prevista anche una versione leggera, ben al di sotto dei 300 grammi. Non credo che la testerò.
Ciao Fabio. Ho 45 anni, sono 4.1, ma allenandomi potrei credo valere 3.5, 3 4…ho una Yonex vs procore 300×100, mi trovo benino. Secondo te la Dunlop Cx 98 e 305 gr è molto più difficile della mia?
Ciao Aldo, Benvenuto nel Blog.
Se ho capito bene, adoperi la SV 100. Se così fosse, la Dunlop CX 200 è indubbiamente una racchetta più impegnativa per tolleranza e spinta da imprimere per essere efficaci sui colpi, ma nemmeno troppo impegnativa. Dev considerare che, se la SV è una racchetta fatta per aiutare in spinta e spin, la CX nasce per dare controllo e sbracciare forte, mettendo da sé la potenza e gestendola di più con il braccio. Nonostante ciò, non si può dire che la CX 200 sia avara di potenza, anzi, ha una buona spinta, ma è strutturalmente molto diversa dalla SV. Tra poco più di una settimana, pubblicherò la recensione della CX 200, così da essere totalmente esaustivo.
Sei un grande!
troppo gentile 😉