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Dunlop Srixon CX 200 Tour 18×20

Prima della loro unione, Dunlop e Srixon hanno sempre proposto linee di racchette molto razionali, con poche varianti e tratti distintivi netti tra l’una e l’altra. Con l’arrivo della nuova serie CX, invece, la logica è stata ribaltata e l’offerta declinata in tanta varianti di peso e piatto, come dimostrano i ben 6 modelli che la compongono. CX 200 Tour 18×20, CX 200 Tour 16×19, CX 200, CX 200 Plus, CX 400 e CX 200 LS sono le racchette che oggi Dunlop Srixon propone come punta di diamante della sua produzione, telai che, nella quasi totalità, rispecchiano i canoni classici ed agonistici del nome CX, derivato da Srixon, e il codice 200, mutuato da Dunlop, che riporta la mentre alle tante versioni di 200 Tour, nonché Max 200G. Insomma, le premesse sono altisonanti, andiamo a vedere come si comporta il top di gamma assoluto, il telaio sponsorizzato da Kevin Anderson, CX 200 Tour 18×20.

Dunlop Srixon CX 200 Tour 18x20
Dunlop Srixon CX 200 Tour 18×20

Headsize 95 inch2
Peso 315 g
Schema corde 18×20
Bilanciamento 310 mm
Swingweight (incordata) 316 kgcmq
Rigidità 62 RA
Profilo 20.5 mm costanti
Lunghezza 68.6 cm

L’estetica della CX 200 Tour mostra un grande passo in avanti rispetto alle precedenti edizioni delle racchette marchiate Srixon, la cui estetica era chiassosa e discutibile. Adesso il telaio ha una pulizia estetica notevole, nettamente più sobria e allo stesso tempo accattivante. Il telaio ha base nera satinata, con una verniciatura che definire piacevole al tatto è poco, interrotta solo dalla finitura laccata asimmetrica, in rosso, ad ore 3 e 9. Da un lato è piuttosto ampia, dall’altro invece è molto ridotta, ma tutto acquista un senso quando si nota questo disegno riprende il logo Dunlop, la freccia, ed è un tocco estetico davvero niente male. Le serigrafie sono ridotte al minimo, un rigo rosso sulla testa, il nome del telaio e il marchio Dunlop sui due steli e praticamente null’altro. La forma del telaio è tutta nuova e mette in evidenza un piatto da 95 pollici ben raccolto verso l’alto, anche largo, che molto si differenzia dalle edizioni precedenti sia Srixon che Dunlop. La sezione è boxed su tutto il telaio, che ha profilo costante da 20.5 millimetri, con svasi importanti all’attacco al manico e alla gola, dalla quale partono degli steli regolari e piuttosto dritti, sicuramente molto più rispetto ai telai classici di questo range. Scendendo al manico, vi è una graditissima presenza: il grip in cuoio naturale. Ormai una rarità, è un elemento che contraddistingue la versione 18×20 da tutte le altre, proprio per rimarcare la sua estrazione elitaria e la sua classicità. La base del manico ha una forma piuttosto tendente al quadrato, come da tradizione Dunlop, con un tappo ben pronunciato verso la fine e uno sportellino in grigio, con il logo in nero.

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6 commenti

  1. Ciao Fabio. Ho 45 anni, sono 4.1, ma allenandomi potrei credo valere 3.5, 3 4…ho una Yonex vs procore 300×100, mi trovo benino. Secondo te la Dunlop Cx 98 e 305 gr è molto più difficile della mia?

    • Ciao Aldo, Benvenuto nel Blog.
      Se ho capito bene, adoperi la SV 100. Se così fosse, la Dunlop CX 200 è indubbiamente una racchetta più impegnativa per tolleranza e spinta da imprimere per essere efficaci sui colpi, ma nemmeno troppo impegnativa. Dev considerare che, se la SV è una racchetta fatta per aiutare in spinta e spin, la CX nasce per dare controllo e sbracciare forte, mettendo da sé la potenza e gestendola di più con il braccio. Nonostante ciò, non si può dire che la CX 200 sia avara di potenza, anzi, ha una buona spinta, ma è strutturalmente molto diversa dalla SV. Tra poco più di una settimana, pubblicherò la recensione della CX 200, così da essere totalmente esaustivo.

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