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Diadem Elevate Tour

Diadem Elevate Tour
Diadem Elevate Tour

In campo, Elevate Tour porta una grande consistenza di impatto, che crea una sensazione molto diretta con la palla, per un feedback immediato e pulito. Il tipo di impatto non è certo burroso, anzi, il telaio mostra la sua reattività, ben 67 punti, ma il sistema di smorzamento delle vibrazioni funziona alla grande, l’impatto è muto e il telaio fermo, mentre flette velocemente ed offre una risposta repentina sugli impatti, cosa che dona anche una certa potenza gratuita, nonostante le fattezze molto classiche della Elevate Tour, ma soprattutto rende una risposta viva ed efficace sugli impatti. Reattiva, quindi, che ama andare a ritmo allegro, dove restituisce il meglio con una palla filante, precisa, molto precisa anzi, e una disponibilità ad accelerare insieme al braccio senza eccessiva zavorra. L’inerzia, infatti, si ferma a 316 punti, cosa che aiuta sulla velocità di esecuzione, tanto, e sulla freschezza del braccio, che può contare sull’aiuto di un telaio che reagisce concretamente alle sollecitazioni e che non si lascia pregare per creare palle di una certa complessità. Se la potenza va comunque completata con il braccio, come si conviene alle agonistiche classiche di razza, c’è una gestione delle rotazioni piuttosto semplice ed immediata, perché il pattern è sì un 16×20, ma è aperto e disposto a caricare la palla con disinvoltura, non tanto per i topponi esasperati, dove la “sorellina” da 305 grammi esprime qualcosa in più, ma per la creazione di traiettorie comunque cariche e alla ricerca di angoli, con una facile gestione dell’altezza del rimbalzo. Nonostante il peso, la forma e il bilanciamento lascino intendere che la Elevate Tour sia un telaio molto classico, il plus rispetto alla concorrenza, insieme alla facilità di swing, è proprio la gestione dello spin, che si aggiunge ad una già consistente presenza di controllo sui colpi piatti. Il telaio è davvero completo, probabilmente più massa l’avrebbe reso anche brutale nella spinta, ma così come è impostato, non è troppo distante dalle capacità tecniche di un appassionato con buon allenamento, a patto che il braccio abbia da esprimere tennis, perché la Elevate è una racchetta non impossibile, ma tecnica, che lascia spingere e che pretende spinta e velocità di esecuzione.

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3 commenti

  1. Complimenti come al solito per la recensione, sempre accattivante. La racchetta sembra molto valida e mi chiedevo concretamente cosa aggiungano (e tolgano) i dieci grammi in più rispetto alle classiche 305 più giocabili come Yonex Vcore 98 e Donnay Pro One 97.
    Grazie!

    • Ciao Francesco, benvenuto nel Blog.
      Quei dieci grammi in più, in realtà dicono molto poco e la differena sostanziale è che il bilanciamento più arretrato, senza eccessiva massa, la rendono una racchetta abbastanza maneggevole per il suo peso, sicuramente più leggera in mano rispetto ad una blade, ma con la differenza di una minore gratuità di spinta e una testa meno carica che impongono un gesto più concreto per velocizzare a dovere la testa per ottenere potenzae spin. Oltre al peso entrano in gioco molti altri fattori, come la rigidità, i bilanciamento e la polarizzazione, che fanno della Elevate Tour un telaio senza dubbio equilibrato nella sua prestazione, senza testa eccessivamente carica.

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