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Confronto Racchette 18×20

Il pattern 18×20 è sinonimo di controllo, ma è anche un chiaro segnale che la racchetta su cui è innestato è probabilmente qualcosa di più tecnico rispetto alla media. Tuttavia, con l’evoluzione dei materiali, dei pesi e delle impostazioni, oggi i telai con schema 18×20 assumono molte più accezioni e, dopo un periodo di stasi, tornano ad essere proposti dalle aziende in maniera abbastanza consistente, ma soprattutto variegata. Non si può certo dire che le 18×20 siano telai adatti all’utente amatoriale, anzi molte racchette di questa categoria hanno una caratteristica di alta richiesta tecnica, ma alcuni telai presentano proporzioni interessanti per chi ha un buon braccio, pur non essendo allenatissimo. Ecco quali sono i telai proposti e cosa hanno in più ed in meno rispetto alle concorrenti.

Head Graphene 360+ Speed Pro

Head speed pro

Recentemente rinnovata, Speed Pro è una delle più vendute in questa categoria. È pesante, massiccia e non presenta una manovrabilità sicuramente da riferimento, con la sua inerzia altissima e il fusto grosso, ma è potente, anche gratuitamente potente, cosa che aggrada molti e che fa dimenticare, in parte, la sua sensibilità non certo da telaio classico. In effetti, parliamo più di una ibrida che di una classica, per via di quel profilo ampio e schiacciato, che la allontana dai canoni delle prime Speed (molto più vicine al concetto di Gravity) e si paga la scelta di un telaio quasi tubolare che non premia la sensibilità, ma che spinge dal lato della potenza e dell’uscita di palla più facile, accompagnate da un bel livello di controllo. Nella sua ultima versione è apparso anche un po’ di spin in più, ma forzando si perde la resa delle rotazioni, che sono legate soprattutto alla copertura dei colpi più che alla complessità di palla.

Pro: Potenza, Stabilità, Controllo, Sweetspot

Contro: Sensibilità, Maneggevolezza, Spin

Qui la recensione completa

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11 commenti

  1. Grande Fabio, ti volevo giusto chiedere come mai mancasse la Tour 100 p alla lista, poi navigando su Ask TT ho letto che il distib ha deciso di non collaborare con te, peccato. Ad ogni modo l’hai mai avuta per le mani la 100 p fu di Pouille, che ne pensi? Quell’azienda opera in modi a me misteriosi: sito mal curato, marketing social quasi assente…mi sembra un gran peccato perché i telai sono tanta roba

    • Ciao, ho appena trovato una intesa con il distributore italiano per iniziare a fare dei test sulle Racchette Prince, mi arriveranno settimana prossima. Non so quali di preciso, perché ho lasciato margine di scelta al distributore per la programmazione dei test.
      Quanto alla Tour 100 P, ho testato solo la prima versione, trovandola interessante per la sua completezza e l’equilibrio generale tra spinta, controllo ed anche spin. Penso sia un attrezzo che ha qualcosa da dire nella sezione 305 grammi, soprattutto in termini di giocabilità, perché fonde il 18×20 con il piatto più grande, mossa furba. Tuttavia, non spinge come alcune delle concorrenti più blasonate e cariche di massa, ma è comunque stabile ed ha una uscita di palla corposa.

  2. Ciao Fabio ti seguo con piacere da tempo e volevo farti i miei complimenti per le dirette, molto interessanti come sempre.
    Ho 48 anni classifica 3.2 gioco vario non troppo potente, ho usato per anni Wilson six one in tutte le varie versioni e poi per 8 anni Head Prestige IG pro, mp e mid e anche la XX Rev pro cuatomizzata. Ora sto valutando la Wilson blade v7 16×19 ma un mio amico mi ha fatto provare questa ultra tour…fantastica!
    Solo che mi faceva notare che si scheggia solo a metterla in borsa e infatti la sua di 6 mesi era tutta rovinata, da buttare via.
    Anche su internet ho trovato lamentele del paint di questa ultra tour. Tu cosa mi puoi dire in merito?
    Se così, vado sulla Blade.
    Ciao e grazie mille.
    Alessandro

    • Ciao e benvenuto nel Blog.
      La vernice della Ultra Tour è lucida, quindi più delicata rispetto alla vernice gommata che Wilson adopera solitamente sui suoi telai. Devo però farti presente che anche la vernice influisce sulla sensazione del telaio e, quindi, se ti sei trovato bene con la Ultra Tour, non guarderei altro solo per la questione estetica, ma farei più attenzione alla cura del telaio. In ogni caso, non è così delicata da rovinarsi sempre e comunque, ma è la sorte di tutti i telai con vernice lucida quella di scheggiarsi, né più né meno di altri telai con la stessa fattura.

  3. Ciao Fabio,
    ho una indecisione tra la Dunlop Revolution revolution nt tour 97 18×20 e la Tecnifibre TF40 305,
    attualmente ho una Dunlop Revolution nt 3.0 ma cerco più precisione, dopo il lockdown la foga mi fa sparare largo e lungo non mi ci ritrovo più.

    • Ciao Andrea, benvenuto nel Blog.
      Attenzione alla foga, perché passare da una Nt 3.0 ad un telaio altamente più tecnico potrebbe essere molto controproducente. Oltretutto, non è detto che un 18×20 sia la soluzione unica per avere controllo. Considerando le caratteristiche della Nt 3.0, puoi ottenere più controllo da telaio 305 con lunghezza standard e un pattern più chiuso, ma sempre 16×19, come CX 200. sia NT Tour 97 che TF40 richiedono tanto di più per far andare la palla e sono telai ultra-agonistici con uno sweetspot veramente risicato. Se proprio volessi una delle due, allora la TF ha sicuramente un tocco più moderno, ma il mio consiglio è quello di tenerti al massimo su una CX 200, che è già molto precisa e completa.

  4. Ciao Fabio,
    complimenti per il tuo Blog, anche se tutte queste recensioni fanno male al portafoglio…
    anche io stavo valutando il passaggio ad una 18×20, ora gioco con pure drive 300, dopo alcune prove con radical mp, abbandonata per dolori al polso, nonostante cambi di corde e multifilo.
    Secondo te per un gioco aggressivo da fondo, attacchi da 3/4 e discese a rete solo quando la palla è veramente comoda per una voleè, tra la Gravity Pro e la Wilson Blade V7 quale sarebbe più indicata? Considerando anche che solitamente con la pure drive, incordata prevalentemente con Babolat RPM Rough o Team il mio gioco in pressione sull’incrociato trova l’errore principalmente in lunghezza se non coperto adeguatamente.
    Grazie se mi puoi dare un parere,
    Mario

    • Ciao Mario, benvenuto nel Blog.
      Passare da una Pure Drive ad una Gravity Pro o una Blade V7 18×20 è un passo molto lungo e per nulla facile, perché la Drive, anche se si tratta di un telaio aognistico, è molto accondiscendente in potenza e aiuta non poco nella fase difensiva e non solo. Gravity Pro e Blade sono tra le più ostiche da adoperare in un campo da tennis e prevedono una preparazione tecnica molto elevata, insieme ad una preparazione fisica notevole, altrimenti non le muovi a dovere, con il risultato che per i primi 15 minuti fai faville e poi il braccio si rallenta. In quest’ottica sarebbe molto utile capire il tuo livello di gioco, per darti un’alternativa da controllo alla Pure drive, che non sia problematica da gestire.

  5. Ciao Fabio, ho 49 anni, un passato da buon tennista, direi ottima tecnica rimasta, ma il fisico non è di certo quello di un ventenne.
    Ho provato la Blade v7 18×20 ed è sicuramente la miglior racchetta che abbia mai utilizzato.
    Dopo qualche giorno in cui l’ho avuta in prova sentivo il braccio un pò stanco e leggermente dolorante nella zona deltoide.
    Io sarei disposto ad assumermi il rischio di patire il dispendio di energie che la Blade genera, ma non vorrei alla lunga farmi male.
    Secondo te l’elevata inerzia potrebbe essere causa di infortuni o semplicemente può affaticare il braccio?
    Grazie

    • Ciao e benvenuto nel Blog.
      L’inerzia può sia causare problemi di salute che semplice affaticamento, dipende dal tipo di allenamento e dalla tecnica che sono alla base di chi adopera il telaio. Blade 18×20 è uno dei teli migliori del mercato, uno dei più coinvolgenti anche, ma bisogna tenere in conto che non è poco faticoso e richiede uno sforzo maggiore.
      Se hai una buona tecnica, al di là del livello, il telaio può darti tanto, e onestamente, una volta provata, è molto difficile tornare indietro su telai più leggeri, seppure più adatti al tuo livello di allenamento. Ti avrei consigliato almeno la versione 16×19, che è un po’ più facile da gestire, ma sei già in ballo con la 18×20 e conviene che tu faccia un test nel medio periodo per vedere come reagisce. Mi raccomando le corde, tensione più bassa, così da avere un maggiore aiuto in potenza e in comfort, che per la spalla sono fondamentali.

  6. Ciao, uso una Wilson Blade 98 v7 18×20 incordata con ibrido a 22-21 (revolve spin + xcel).
    Ho 38 anni e tecnicamente valgo un buon terza categoria. Gioco 1-2 volte a settimana.
    L’attrezzo è notevole, mi trovo benissimo ma ho spalla/braccio/dorsale distrutti.
    Mi consigli di passare ad altro telaio o faccio un ultimo tentativo scendendo di 2kg a 20-19?
    Grazie

    • Ciao e benvenuto nel Blog.
      L’affaticamento spalla/dorsale è un chiaro sintomo della fatica sui colpi e ciò mi fa pensare che il telaio sia eccessivamente pesante da gestire alla lunga per te. Ma non solo per te, è uno dei motivi principali per cui Blade si configura come molto agonistica, ma è difficile rendersi conto di ciò, perché la prestazione alta nasconde bene l’usura fisica che questo telaio crea.
      Detto ciò, bisognerebbe trovare qualcosa che abbia un livello di inerzia un po’ meno alto, magari leggermente sotto i 330 punti, così da lasciarti solidità e pienezza, ma dandoti maggiore agio nell’utilizzo alla lunga.
      Come alternative, oltre alla versione 16×19 che risulta più leggera in mano, puoi pensare a VCore 98 2021, Prince Phantom 100X 305 oppure Donnay Pro One UNibody. Purtroppo, non esistono molti altri 18×20 in questa categoria, per cui biosgna ripiegare per forza su un 16×19, che sia capace, però, di controllo.

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