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StringLab Aaauz! 1.25

Nel panorama delle corde da tennis, ci sono semrpe tante novità ed una molto interessante è StringLab, un marchio nato dall’idea di Luigi Bortone, Professional Stringer ERSA, con esperienza decennale nel mondo dell’incordatura. StringLab è famosa tra gli appassionati soprattutto per il suo budello naturale, dal prezzo molto contenuto, ma ha una gamma molto vasta di corde in monofilamento, più o meno agonistiche. In questa recensione, parliamo della Aaauz! 1.25, una corda che mi è piaciuta particolarmente per le sue doti dinamiche, confermate, poi, anche nelle schede tecniche fornitemi da Pro-t-one.it.

Aaauz! 1.25 è una corda in copoliestere di terza generazione dalla sezione ottagonale, con una finitura esterna resinata e lucida, che, allo stesso tempo, agevola lo spostamento delle corde verticali, con l’obiettivo di creare snap-back per potenza e spin, e crea grip sulla palla. La sensazione di impatto è piena, compatta, con un feeling non morbidissimo, ma solido e comunicativo, tipico delle corde agonistiche. La Aaauz, infatti, è una corda agonistica di quelle che offrono potenza, controllo e rotazioni, ma necessitano di un’azione concreta del braccio, per tirare fuori le caratteristiche vere della corda. Ad un primo impatto, la sua indole docile, sui colpi meno pieni, può far pensare ad un prodotto inerte e votato solo allo spin, ma a sollecitazioni più grandi corrispondono colpi decisamente più potenti. Molto progressiva, la Aaauz è elastica, e non poco, con un alto livello di resilienza, ma ama essere spinta per tirare fuori le sue vere doti, mostrando sempre un buon livello di comfort, ma soprattutto di controllo. La potenza è elevata e lo snapback è pronunciato, con un ritorno molto veloce in avanti e anche tanto energico. Dal punto di vista della durata, la corda offre ottima resistenza all’usura e ha la capacità di restare in tensione per molte ore, circa 7-8 in totale funzionalità, più altre 2-3 con caratteristiche di vitalità ancora molto buone. Essendo un mono, categoria per i quali si consiglia sempre di non andare oltre le 10 ore, di fatto chiude un ciclo di utilizzo in piena funzionalità e assicurando ancora prestazione. ciò la rende ancora più interessante.

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15 commenti

  1. Ciao Fabio
    da questa recensione sembrerebbe proprio una bella corda.
    Vorrei chiederti un paragone rispetto alla Solinco Hyper G e con le Yonex PTP, sia a livello di potenza, sia di confort.
    Come la vedresti sia su telaio profilato (AI 100) che su classica (Pro Kennex Qtour 300) ?
    GRazie
    un saluto e complimenti ancora per il tuo ottimo lavoro

    • Ciao, come livello di potenza siamo sulla tipologia Hyper G, quindi buona, e anche per quanto riguarda lo spin, anche se c’è un maggiore snapback e, quindi, una rettiviità leggermente inferiore rispetto alla HYper, che, però è più secca. La poly tour Pro ha la sezione tonda e offre meno snapback, è più corda universale, da controllo, spin e spinta senza eccellenza, quindi la Aaauz è sicuramente più caratterizzata verso le rotazioni, mentre la PTP ha un livello maggiore di controllo. Rispetto alle racchette su cui montare la Aaauz, ho trovato molto beneficio sulle proflate non troppo rigide, come la Formula Pentacore, e, in generale, sulle classiche medio-rigide, dove la presa sulla palla e la potenza resta sempre molto buona.

  2. ciao fabio, una domanda per le corde string lab
    dal sito vedo che hanno anche il budello sia naturale che nero ad un prezzo interessante ma da mail diretta con string lab entrambe sono prodotte senza rivestimento esterno…quindi ho qualche dubbio sulla durata e su eventuali problemi al momento di incordare rispetto al budello ” rivestito” ( per esempio ho incordato con klip legend da maggio e al momento la corda è in condizione perfetta…nessun segno importante o sfilacciamenti) . Alcuni utenti su un altro forum lamentavano la rottura di più di un set addirittura durante l’incordatura perchè la corda tende a sfilacciarsi…tu hai vuto modo di provarle o sai qualcosa in merito?

    • Ciao, si le ho provate, sia in nero che in naturale. Sono corde che vanno montate con attenzione, si segnano facilmente durante il montaggio e vanno trattate con olio di vasellina per scorrere a dovere. Tuttavia, superato il montaggio si fanno apprezzare per il buon funzionamento, ma sicuramente non per una durata elevata. La nera dura qualcosa in più, ma è tutto in funzione della tipologia di gioco. Se cerchi durata, però, è meglio che cerchi una corda rivestita. Tra l’altro, credo che string Lab abbia da poco commercializzato un budello rivesto, Premier Gut.

    • Ciao Gianluca e benvenuto nel Blog.
      Sulla Prestige Pro monterei la Hawk touch, sia 1.20 che 1.25, perché lavora molto bene sul pattern compatto per dare naturalezza di controllo, spinta e rotazione. Certo, non è una corda che aiuta a spingere, ma resituisce molto bene quello che il telaio già offre. Starei basso con la tensione, massimo 21 kg con la 1.25 e 22 con la 1.20. Tutto ciò per avere un supporto naturale. Ser invece volessi incentivare in maniera pesante le rotazioni, anche rinunciando ad un po’ di spinta frontale, potresti rvolgerti alle Lynx Edge, per un impatto ancora comfortevole, oppure alle Hyper G 1.20 o 1.15, per avere un impatto più secco e un angolo di uscita più alto, mentre una via di mezzo potrebbe essere la Hexa Pro 1.20 di String Project, capace anche di una certa spinta.

  3. ciao Fabio, ho appena montato la Auuuz (ma che nome!!!) in ibrido sulle orizzontali su una Babola Pure Aero 2019 con sulle verticali le Alu Power 1.25 a 22×20.5kg. Che ti sembra come armeggio?? Personalmente dopo 1 ora di assestamento mi trovo molto bene

    • Idea ababstanza bizzarra, ma non errrata, perché hai un mono sagomato più rigido sulle verticali ed uno più morbido sulle orizzontali. Da verificare sul campo quanto tenga questo setup, considerando, poi, che la Alu andrebbe probabilmente alzata di un kg o, almeno, mezzo, per dare più sostanza e prolungare la regolarità della tensione.

      • Grazie molte del suggerimento!! Ti volevo chiedere un consiglio invece volendo montare un ibrido mono/mono sempre sulla Pure Aero 2019, come la vedi una combinazione String Project Keen vert e Head Hawk Touch 1.25 orizz oppure una combinazione che mi consiglieresti tutta String Project?? Grazie in anticipo per la tua disponibilità

        • Non credo sia una soluzione troppo adatta, per quanto la Keen sia solida e la Alu più morbida. Tuttavia, in ibrido, sulla aero, un mono sagomato ci sta tutto e opterei per una Hexa Pro 1.23 sulle verticali, con un altro mono, liscio, sulle orizzontali, più elastico, come il Magic 1.26. Non sono un greande sostenitore degli ibridi mono/mono, soprattutto perché è davvero difficile trovare una soluzione di incordatura che tenga la tensione in maniera uniforme. L’ibrido mono/multi, invece, ha una sua ratio ben precisa e, che sia tradizionale o reverse, è sempre una soluzione interessante.

  4. Ciao Fabio, ne ho avuto una matassa campione e pensavo di montarla ad un amico 4.1, gioco potente e carico di rotazioni, sulle sue Pure Drive 2015, potrebbe andare ed a che tensioni?
    In alternativa ho Fluozone e Phantom, sempre Stringlam, o ancora Head Lynx, Yonex poly tour pro e poly tour air, Armour soft, Highstring Hero (la conosci? la sto usando sulle mie Vcore Pro 100, non ho capito ancora se mi piacciono, continuo a preferire le armour soft ma siamo lì…)

    • Per un picchiatore o un giocatore dal braccio forte, che cerca controllo e spin, vanno piuttosto bene. Tuttavia, si fanno “brutte” in poco tempo perché perdono il coating esterno nella zona di impatto. Tuttavia, 2-3 ore di buon livello le garantiscono.
      Come alternativa, tra quelle che citi, hai Lynx e Poly Tour pro, che fanno tutto più o meno bene, mentre le altre non le conosco, a parte Armour Soft, che vanno veglio per un gioco di potenza e controllo, ma con minore spin.

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