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Dunlop Revolution NT Tour 97 18×20

In gioco si capisce subito che c’è stato un lavoro sul telaio perchè, rispetto alle versioni precedenti, il maggiore peso le dona più stabilità e anche un livello di potenza superiore. La massa è stata posizionata in punti strategici, manico e testa soprattutto, facendo apprezzare l’intervento di polarizzazione che mancava alle progenitrici. Meno maneggevole rispetto alle 300 tour, conserva un buon grado di manvorabilità e il peso aggiunto nella testa della racchetta aiuta anche a massimizzare il feeling. Il telaio tende al mobido, flette in maniera egregia ed è estremamente confortevole. Il feeling è davvero pastoso e piacevole, con un ritorno di sensibilità impeccabile che regala un controllo ottimale e crea un ambiente di gioco in cui è davvero difficile perdere la palla. La NT Tour, però, nonostante sia stata ammodernata nei contentuti, non aiuta i colpitori moderni che usano spin e dà il meglio solo quando si parla di impatti frontali e poca ovalizzazione dei movimenti. Cercare di utilizzarla per un gioco di rotazione è davvero faticoso, si sta corti sui colpi e, anche sbracciando forte, non è facile essere definitivi, perchè la palla esce poco vivace dal piatto. Le rotazioni non sono il suo forte, ma se, invece, lo spin è accennato solo di controllo e si tende a impattare piatto, la musica cambia e la NT sfodera la sua propulsione frontale. Si configura, quindi, come un telaio molto classico, con la sua flessione marcata, ma anche moderna, perchè la reattività del telaio è notevole e la spinta c’è e si sente. Il piatto corde è strettino e, con esso, anche lo sweetspot è piccolo, ma rispetto al passato è posizionato più in alto e apre la via a chi ha questo tipo di impatto. Allo stesso tempo, non c’è molta tolleranza, ci vuole accuratezza sui colpi e si ricevono in cambio tanto feeling e precisione, ma, se si colpisce appena fuori centro, l’effetto On-Off è molto marcato. Questa caratteristica migliora se si utilizza un armeggio Ibrido e non è un caso che, di serie, Dunlop proponga proprio l’ibrido NT Revolution. In ibrido migliorano anche un po’ le rotazioni, ma soprattutto si apre lo sweetspot, rendendo umano il telaio. Se proprio non potete fare a meno del mono, il calibro deve essere sottile, massimo 1.20, e la corda deve generare movimento. Il 18×20 della NT Tour, infatti, nonostante non sia tra i più fitti, ha poca sospensione delle corde e necessita sempre di un armeggio vivace e dinamico. Proprio per questo l’ibrido risulta la scelta migliore, mentre il mono tende a bloccare l’escursione delle corde e il multifilo ad appiattire eccessivamente il comportamento.

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11 commenti

  1. Ciao Fabio, grazie per la recensione di questo telaio insolito e particolare nel panorama odierno. volevo chiederti due cose: puoi dirmi con quale setup di corde ti è sembrato rendere al massimo? E po, pensi di testare anche la versione 16×19 della nuova NT Tour?
    Grazie

    • In effetti il 18×20 sembra esserq quasi scomparso nel mercato attuale, in favore del 16×19, che meglio si presta alla spinta e allo spin, con migliori compromessi.
      Ho testato la Dunlop NT Tour con corde Volkl e String Project, trovando la migliore scelta sempre e comunque con l’ibrido, per via del piatto tendente allo stretto. La soluzione più convincente è stata con Armour Soft 1.24/ Gold 1.30 a 21/21,per un gioco vario. Tuttavia, ho apprezzato anche il fullbe di Volkl V-pro 1.23 e di Keen 1.18, la prima per l’impatto più “croccante”, solido e cattivo, mentre la seconda perché non mi ha fatto rimpiangere affato l’ibrido.

      p.s. ho notato ora che ho dimenicato di inserire i setup, provvedo quanto prima a fare la lista.

  2. Grazie Fabio, in effetti la versione 16×19 sembra interessante, anche per via del flex più basso che dovrebbe esaltare la sensibilità del telaio.
    Per quanto riguarda il grip montato sulla serie Natural, personalmente non l’ho trovato così negativo, mi sembra faccia sentire molto gli spigoli senza avere però la durezza del cuoio, forse ha il difetto di essere un po’ troppo corposo.

    • Si dovrevve essere leggermente più morbida la versione 16×19, tuttavia il miglioramento vero che ho riscontrato nella 18×20 è stato proprio in potenza e reattività, quindi dovuto a rigidità maggiore e nuovo disegno del cuore davvero azzeccato. In linea frontale il telaio tira forte quasi quanto una Blade e si muove più agevolmente.

  3. Ciao Fabio,
    complimenti per le belle recensioni! Vorrei chiederti un nuovo consiglio: ho avuto problemi di epicondilite e dopo qualche mese di stop ho deciso di cambiare la mia speed mp. Dalle mie parti nessuno ha Pro Kennex, che sarebbe stata la mia prima scelta, perciò non sono riuscito a provarle; ho provato una Head mgx1 con la quale mi sono trovato abbastanza bene e questa Dunlop nt tour 16×19 con la quale mi sono trovato benissimo perchè si adatta perfettamente al mio gioco piatto e alla ricerca di controllo; di contro la Dunlop è un più pesante e mia affatica un po’mentre la head è supermaneggevole. Che cosa mi consiglieresti, anche tenendo conto dell’aspetto delle vibrazioni? Grazie 1000!!
    Ciao, a presto!

    • Vista la tua necessità, e tendendo presente che l’epicondilite è più spesso causata da corde eccessivamente rigide o da movimenti forzati, andrei sulla MXG1 (tra l’altro la mia preferita in Head, insieme alla Prestige S) proprio perché ti lascia fare tutto con una manneggevolezza da riferimento e una stabilità che non trovi facilmente in 300 grammi. Per l’epicondilite, Kennex è una sicurezza, ma non è l’unica che sa dare buon comfort di impatto.

  4. ciao Fabio. Ho bisogno di una TUA VALUTAZIONE / CONSIGLIO su una racchetta DUNLOP e una WILSON…La DUNLOP è una NT, modello R 3.0 HL (anno ….?) ,che pesa 308 gr (in realtà la mia 305 gr senza corde ecc….piombare?), “constructed from one piece of graphite unlike conventional rackets” (vero? …vantaggi?…), più lunga (69,2 contro i normali 68,5), profilo 22 continuo,16×19, RA=64, piatto 98, con tecnologie Aeroskin e NT Weave. 3 brevi domande: se l’hai provata-testata-che ne pensi …; con che corde/tensioni/spessore diresti di incordarla. IO gioco attualmente e con soddisfazione con una WILSON FST99, 310gr teorici,18×19, con cui mi trovo bene,direi; ottimo controllo ecc (il tutto del tutto in linea con il tuo test!). ORA :LA DUNLOP E’ UNA CURIOSITA’, MA GIA’ CHE C’E’ LA PROVO …(non so con che conseguenze); e l’altra “novità-curiosità” è la WILSON ULTRA 97 …..(tu ne parlasti benissimo!!!! a maggio 2016, leggendo il tuo test).
    Certo vengo da 1 racchetta DIVERSA (classica) con cui peraltro mi trovo bene; mi attingo a fare “DUE ESPERIMENTI” (la Ultra97 oltretutto è tra l’altro una via di mezzo tra classica e profilata e “mi spaventa un pò….).
    Il mio gioco è dato dal buon braccio (tecnico) contro una scarsa mobilità (…) e quindi cerco di chiudere lo scambio in breve (dropshot anche da f.c., risposta aggressiva anticipata su servizio,back diritto / rovescio, il tutto sempre in spinta x quanto mi consente la mobilità, gioco “sporco”…). ….
    che ne dici delle racchette rispetto a quella che uso e quale comportamento consigli? (…). Non troverò nulla di meglio? Perché rovinare un feeling?…ma ormai ho le 2 racchette …….

    • Ciao, la Dunlop in questione non l’ho mai provata, quindi non posso darti indicazioni in merito.
      Quanto alla Ultra 97, invece, posso solo dire belle cose. Personalmente ne ho avute 7, un telaio che ti lascia fare tutto, dal top al back, con un bel controllo e una sensazione di impatto buona. Non affatica molto e lascia tanto spazio al braccio per esprimersi, che sia di tocco o di spinta, ricordandosi sempre che si tratta di un telaio agonistico, per quanto leggero in mano, e che desidera quel colpo finale del braccio per dare potenza vera. La consiglio soprattutto a chi ha un buon braccio, che non vuole eccessiva massa dal telaio e vuole gestire il telaio al 100%. Oggi l’equivalente è la Clash 98, ma è abbastanza più pesante in mano, con un feeling e un controllo migliori, ma anche più ostica da gestire alla lunga.

  5. oh bene. poichè le ho acquistate a suo tempo tutte e tre (Ultra 97, Burn Fst99 e Clash 98) e trovandomi bene con le ultime due (fst e clash) che “punti di contatto” trovi tra questi due telai? IO li trovo parzialmente ‘interscambiabili'(…!), anche se con Clash lo spin è più facile ed il telaio è ‘più potente’, mentre la fst ha maggior controllo, la Clash è più morbida ma ‘perdona poco’ se colpisci un pò fuori dal suo sweetpoint ideale (centrale)….Ecco, la Ultra 97 l’ho provata a suo tempo (2016) ma l’ho accantonata subito xchè nn mi ci trovavo proprio (…). Poi mi sono imbattuto nella tua ottima recensione, ribadita più volte….e mi intriga tanto visto che ce l’ho! …..A maggior ragione se sto alla tua affermazione in merito a Clah98 ( “una versione molto migliorata della ultra 97”) . Certo devo montare le corde giuste….facile per Clash98 (Revolve spin 1.25 sotto i 20kg), così come per la Ultra 97 ( Revolve 1.25 a 22 kg e 23 sulle verticali…); un pò più difficile per la Fst 99 che richiederebbe secondo te un ibrido (bè, io mi sono sempre trovato bene il multi della Head, Reflex 1.3 ….posso mettere sulle orizzontali il mono Revolve 1.25 ….il tutto a che tensioni ? oppure non va bene come accoppiata…). Scusa la lunghezza del testo ma la tua opinione è ormai indispensabile per “venir fuori” da dubbi, confusioni, momenti-no ecc. che un pò tutti noi “dilettanti allo sbaraglio” apprezziamo del tuo lavoro! Grazie ancora Fabio. Auguri da luca, alias ehiman!.

    • I Punti di contatto tra FST 99 e Clash 98 sono soprattutto nel controllo, ma per il resto i telaio completamente diversi, nei tempi e nei modi di risposta all’impatto. Per questo motivo, anche se accettano la stessa corda, le tensioni devono essere molto differenti e la Clash è più particolare da settare e distrugge le corde più velocemente. Quanto all setup di Ultra 97, anche qui devi stare basso, diciamo un kg sopra clash 98, ma non oltre, altrimenti la struttura si irrigidisce, perché le verticali sono più corte del solito.
      Come ibrido, invece, su FST 99, considerando che reflex è elastica, ma non troppo, opterei per un ibrido classico a 22/22, mentre in reverse andrei 23/22.

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