
Donnay Pro One Gt 18×20
Da fondocampo si ha una sensazione di padronanza dei colpi davvero notevole, grazie all’impatto morbido e diretto con la palla. Il controllo, il feeling e la precisione sono il vero punto forte del telaio, che non mostra mai cedimenti e non ha difetto alcuno di stabilità. La racchetta è solida sui colpi da fondo, ma bisogna spingere con gambe e braccio, e sullo scambio non si fa troppa fatica nel contrastare un palleggio veloce, specie quando lo si fa in anticipo. Sullo scambio non c’è alcun problema a trovare profondità, specie se si ha un gioco fluido e classico. Quando c’è, invece, necessità di lavorare la palla, lo sforzo richiesto è superiore, bisogna velocizzare molto e, per fortuna, vengono in aiuto i 305 grammi di peso, gestibili e affatto invalidanti, ma che generano poca potenza sulle esecuzioni più ovalizzate. La preferenza è quindi per un gioco piatto o poco coperto, che sa garantire una buona profondità, mentre la palla lavorata non puà essere una costante, altrimenti si fa fatica ad essere offensivi. L’anticipo regala grosse soddisfazioni, sfruttando la stabilità molto buona del telaio e la testa rigida, che generano un comportamento vivo e reattivo, contrastando la palla e garantendo un controllo notevole anche nei colpi giocati in rimbalzo. Probabilmente è l’anticipo a premiare di più la Gt 18×20 e a far capire di che pasta è fatta, ma è anche vero che un telaio del genere nasce 305 grammi per poi essere adattato dal tennista per ben altre esigenze di peso e inerzia. Sui cambi di ritmo il telaio aiuta con la sua maneggevolezza e la velocità di esecuzione, che aiutano a generare la giusta dose di cattiveria sul colpo per essere definitivi e chiudere uno scambio. In generale, il telaio ama il gioco pulito e i colpi che ne risultano sono efficaci quanto più vi è fluidità nei movimenti, con un risultato di una palla decisamente più veloce che complessa.
Il back è uno dei migliori in corcolazione. Un telaio veloce da muovere, con un pattern così denso e un piatto-corde morbido, è senza dubbio un’arma efficace sul back-spin. Il colpo si gestice sia in maniera morbida, accarezzando la palla e accompagnandola, sia in maniera più violenta, frangente in cui il colpo acquista molta velocità e complessità. Il back è, quindi, molto modulabile e non riserva sorprese, grazie alla sensazione di immediatezza che si ha con la GT.
A rete, l’impatto morbido e la stabilità, insieme all’ottima maneggevolezza, creano un ambiente molto confortevole, sia per le Volée precise, di tocco, sia per quelle di taglio, dove emerge sempre la velocità di gestione dell’attrezzo. Quando si colpsisce pieno, sopra la testa, come sullo smash, il telaio risponde preciso e anche potente.
Al servizio la soluzione che premia di più è lo Slice. Veloce, basso e con un filo di side-spin, è un colpo decisamente complesso ed efficace, molto più del kick, che fatica ad uscire con decisione. Il rigore direzionale, però, garantisce anche una soluzione ottima quando si serve piatto. L’energia rilasciata in questa esecuzione è tanta ed è accompagnata dalla solita precisione e dal controllo ottimo. Anche al servizio, il giocatore classico è molto soddisfatto.
12 commenti
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Ciao, sono propenso ad acquistare una pro one 18×20, ho provato la 16×19 ma la ho trovata troppo “secca”, potresti dirmi quali differenze intercorrono tra la pro one 16×19 e 18×20 e se la 18×20 può essere utilizzata da un quarta categoria di 47 anni che ama le prestige, magari pt57a, ma comincia a non reggerne più il peso?
Grazie in anticipo francesco
PS: complimenti per le recensioni, davvero ben fatte
Ciao Francesco, è strano che tu abbia sentito la 16×19 secca, sarebbe interessante sapere come fosse incordata e se fosse, per caso, la versione Tricore, che è più rigida, ma di molto poco. In ogni caso, la 18×20 è, in assoluto, quella più tecnica e deriva direttamente dalle PT, come anche la grafite utilizzata. Morbida, precisa, non potentissima e molto maneggevole, tutto votato al feeling e al controllo, ma anche facile da velocizzare. Non puoi, però, pretendere che, con quelle proporzioni, offra palla pesante, come fa invece la Gt 16×19, ma è molto veloce da muovere e aiuta molto a velocizzare il braccio, specie rispetto a tanti mostri sacri da 320 o 330 grammi. Non è impossibile, ma è tecnicamente esigente e fisicamente sopportabile. Ibrido d’ordinanza, migliora molto spin e uscita.
Ciao grazie per la risposta,
non ricordo come fosse incordata la 16×19, riguardo alla 18×20 se aggiungessi qualche grammo ad ore 12 e grip in cuoio per arrivare a 315 grammi potrei guadagnare un po’ di inerzia in modo da generare più pesantezza di palla?
Grazie
Per recuperare rispetto ad una Pt, metterei cuoio e 3 grammi distribuiti a ore 3,9 e 12, per simulare una sorta di cap lungo, ma più leggero. È assolutamente reattiva al custom, quindi basta poco per farla funzionare a dovere.
Grazie mille per la pazienza e la disponibilità, buona domenica Francesco
Sei il benvenuto 😉
Ciao Fabio, e complimenti per le recensioni. Complimenti per le recensioni sempre fantastiche. Rileggendo questa recensione della Pro OneGt 18×20, il domandone era questo: In una borsa in cui trovano presenza costante (e felice) le TFight 315 LTD 16×19 e le Yonex Duel G 97 310, la Donnay come ci si troverebbe? Io un po’ di spazio pensavo di farlo, o viaggia troppo fuori coro? Ancora complimenti.
Ciao, grazie sempre per i complimenti, li apprezzo molto.
La Pro One 18×20 è uno dei telai che più offrono feeling e controllo, sicuramente non è una scelta banale, che richiede braccio e gambe, ma che, in ottica di racchette da sensazione, ha un perché. Insieme a quelle che citi, starebbe bene, il genere è esattamente lo stesso, con la differenza del flex ancora più basso. Però, ti consiglio di prendere in esame la versione Pentacore, che sto testando in questi giorni, la trovo molto pronta e più cattiva rispetto alla GT, pur avendo, più o meno, le stesse specifiche.
Buonasera Fabio, ancora complimenti per il blog, eccellente, una domanda hai poi testato la Pro One 18×20 Penta, in caso positivo quali differenze intercorrono rispetto alla gt?
Grazie
La Penta 97 18×20 l’ho testata, ma non ne ho fatto una recensione. Quello che posso dirti è che è migliorata, senza dubbio, la spinta, ma resta un telaio votato al controllo e alla massima sensazione di palla, non stressante dal punto di vista fisico, ma che richiede comunque allenamento per dare spinta continua e corposa. Lo sweetspot è davvero piccolo, la 16×19 fa proprio un altro lavoro in tolleranza, ma la sensazione di impatto della 18×20 è una esperienza sensoriale notevole.
Ciao Fabio, sto’ utilizzando con estrema soddisfazione donnay pro one penta 18×20 customizzata (peso 320-bil 30,9-sw 298), vorrei sapere se hai in programma test e recensione della nuova Pro One Hexacore 97 (18×20), infine se mi sai dire quali differenze intercorrono rispetto al modello in mio possesso
Grazie in anticipo e complimenti per il blog
Ciao, sicuramente proporrò il test in tempi molto brevi, sia della Hexa 16×19 che 18×20.
L’hexa core ha un peso specifico superiore rispetto al pentacore, ciò significa che, anch se il fusto resterà lo stesso, il telaio partirà più pieno in assoluto, come visto sia per Formula 100 Hexa rispetto alla Penta e con la Allwood rispetto alla Agassi.