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Come si realizza una racchetta? Ecco il metodo Fabrizi Tennis

Una delle cose più interessanti per un appassionato della racchetta, dell’attrezzo in sé, è vedere e capire come un telaio viene realizzato. Non è una cosa comune che un brand mostri i propri segreti di produzione e i punti forti della stessa, perché il rischio emulazione é sempre forte, ma Fabrizi Tennis ha accolto la mia richiesta di fare un giro nel suo ciclo produttivo, per vedere e riprendere la produzione ed è stata un’ottima occasione per vedere come nascono i nostri giocattoli preferiti: le racchette da tennis.

Per chi segue TennisTaste, Fabrizi è già conosciuto, e le recensioni delle sue racchette sono qui sul blog, ma, per chi non lo conoscesse, parliamo di un marchio italiano, totalmente made in Italy, un’eccellenza italiana, anzi, nella lavorazione dei materiali composti ed è basata sull’esperienza di Officine Italiana Compositi, che produce parti in carbonio per Ducati MotoGP, Lamborghini, MV Agusta e tante altre realtà che si occupano sia di corse in pista ad alto livello sia del comparto Automotive stradale. Ci sono molte similitudini tra i compositi, le vibrazioni e le dinamiche delle parti adoperate in un’autovettura e quelle di una racchetta da tennis, per cui, mosso dalla passione personale, l’Ingegnere Fabrizi, Emanuele, ha intrapreso la ricerca e lo sviluppo anche nel mondo del tennis, trovando da subito buoni feedback.

Il segreto principale delle racchette Fabrizi è legato al processo produttivo finalizzato in autoclave e non in presse a calore, come nel resto del mondo del tennis. Si tratta di una distinzione fondamentale, di cui lo stesso Fabrizi parla nel video e ne spiega l’utilità oltre che l’unicità di questo trattamento, che richiede molte più ore di lavorazione su un singolo telaio, già trattato e rifinito a mano nel resto del processo produttivo. Non solo, c’è anche una differenza fondamentale rispetto ai telai retail, ovvero l’utilizzo di un “tubo”, il tubolare di carbonio che forma la racchetta, che in Fabrizi è realizzato con ben 4 avvolgimenti di compositi, quindi 4 strati di materiale che portano ad uno spessore decisamente più alto rispetto ad un comune telaio. Inoltre, altra cosa molto interessante è che l’azienda italiana non adopera alcun peso interno al telaio, ma anzi aggiunge peso in maniera mirata, sui punti necessari, con ulteriori avvolgimenti di carbonio, lasciando un margine di 5-6 grammi per la customizzazione finale. Pertanto, di materiale “esterno” al fusto, in un telaio Fabrizi, ci sono massimo 5-6 grammi, utili per finalizzare un telaio a specifica zero.

Questa premessa è necessaria, perché parliamo di un’azienda che ha processi d’elite, un po’ diversi dal solito, ma è sempre molto utile per vedere e capire come nasce una racchetta da tennis. Buona visione!

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