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Artengo TR960 Control Tour

Artengo TR960 Control Tour

Stabilità

È abbastanza stabile, non granitica, perché il livello di inerzia è contenuto per la tipologia di telaio, ma non è affatto un telaio ballerino e, onestamente, non cede sotto i colpi, nemmeno quando sono pesanti. C’è un sistema di stabilizzazione perimetrale, MPO, che funziona molto bene e permette una buona maneggevolezza abbinata a stabilità. Molto, però, fa anche il cuore leggermente più corto, con un attacco monolitico al manico.

Feeling

TR960 Control Tour è una racchetta, senza dubbio, sensibile, con un feeling dolce e un feedback al braccio comunicativo e soprattutto piacevole. Tocca molto bene e, allo stesso tempo, fa capire bene il contatto con la palla. Si mostra sempre intellegibile nelle sue reazioni e si può fare affidamento sulle sue sensazioni.

Comfort

Molto buono, il telaio è dolce di impatto e, anche quando si pesta la palla, si comporta molto bene in termini di comfort. La struttura è elastica e lavora molto bene in protezione.

Maneggevolezza

Tra le 305 grammi è una delle più maneggevoli, tanto da essere più parente di una 300 classica che non di una 305. Si muove molto bene e questa sua velocità permette di compensare molti aspetti con il braccio.

Sweetspot

Nella media delle 98, giusto leggermente superiore grazie al pattern più aperto che si mostra comunque generoso ad accogliere la palla leggermente decentrata. Tuttavia, è sempre una agonistica e non fa miracoli in termini di tolleranza.

Giocabilità

Non è un telaio facile in assoluto, ma non è nemmeno una racchetta particolarmente difficile da adoperare. Anzi, ta le 305, è una delle più facili, sia tecnicamente che fisicamente, perché è equilibrata nella sua dinamica e democratica nell’uscita di palla. Più le sai dare e più ti restituisce. Mostra la sua tecnicità soprattutto in questo.

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8 commenti

  1. Le racchette Artengo a mio avviso migliorano anno dopo anno.
    Tuttavia, la percezione di qualità è in parte inficiata da un grosso problema, che solo apparentemente sembra secondario, ma che comunque potrebbe essere risolto molto facilmente da Decathlon, se solo lo volesse: NON SONO DISPONIBILI I PASSACORDE DI RICAMBIO!!!
    Questa, a ben pensarci, non è affatto una sciocchezza, anche perché, per colpa della non disponibilità di un ricambio da pochi euro, si è praticamente costretti ad acquistare un nuovo telaio, anche se non sarebbe realmente necessario.
    Decathlon, se vuole fare “il grande salto”, secondo me dovrebbe uscire dalla logica “dell’usa e getta” (la racchetta costa poco…quindi niente grommet di ricambio, cosa pretendi???). E’ così quindi che mi ritrovo con una TR 990 Pro invece che 3, e 1 TR960 Spin Pro invece che 3. Inoltre, questo aspetto psicologico un pò da “racchetta a perdere” non ne favorisce nemmeno la corretta appetibilità sul mercato dell’usato (cosa la compro usata a fare, se poi non trovo i grommet e non la potrò usare?), che ne estenderebbe la potenziale platea di utilizzatori, facendola conoscere meglio, ed incrementandone le vendite.
    E’ da anni che suggerisco a Decathlon di introdurre la possibilità di acquistare i passacorde (almeno sui modelli “top”, quelli che vanno da € 89,90 a € 120) , ma senza alcun risultato.
    Sembra mancare una linea di comunicazione/feedback (nonostante le varie recensioni sul sito aziendale) tra un cliente “evoluto” e la proprietà stessa.
    Eppure, con i prezzi dei marchi famosi che oramai sono alle stelle (solo 2 anni fa lo street price di € 160 era ottenibile, ora pura utopia), ed il quasi annullamento del margine di scontistica (anche on-line) sui telai, a causa dei noti problemi di approvvigionamento, produzione e logistica dalla Cina, sarebbe ora il momento giusto per Artengo per assestare la zampata vincente e guadagnarsi una giusta e meritata nicchia di mercato, visto l’ottimo ed in costante miglioramento rapporto qualità/prezzo delle sue attrezzature. Oltretutto, la penetrazione sul mercato di un nuovo competitor a prezzi dimezzati, potrebbe fungere da parziale “calmiere” alla crescita esponenziale dei listini dei marchi più famosi.
    Magari tu, Fabio, potresti far leva sulla tua visibilità e professionalità per far prendere in considerazione alla casa madre la risoluzione di queste banalissime criticità, che ne dici?
    Grazie e complimenti per il tuo bellissimo lavoro!
    Davide

  2. Buongiorno Fabio, dopo la tua recensione sono molto incuriosito e interessato a comprare l’ Artengo Control Tour. Il dilemma è quale scegliere tra la 16×19 e la 18×20. Attualmente sto giocando con una Wilson Blade 98 v7 16×19 con cui mi trovo bene ma che rimpiango di non aver preso in versione 18×20, in quanto ho un gioco molto piatto. Anni fa però avevo giocato con una Wilson Ultra Tour (la vecchia racchetta di Monfils) che era sempre una 18×20 ma ero stato costretto a cambiarla in quanto, per ottenere un po’ di potenza, mi “distruggevo” il braccio (non sono un atleta agonistico). Per questi motivi sono indeciso su quale versione dell’Artengo debba prendere. Sicuramente te mi puoi aiutare.

    • Ciao, se la tua esperienza con Ultra Tour 18×20 non è stata positiva, non posso consigliare la Artengo, che, per quanto in versione 16×19 riesca a dare qualche soddisfazione, è sempre un telaio su quel genere lì, ovvero da metterci tanto braccio o da customizzare. Se non sei in uno di questi due casi, eviterei. Piuttosto, avendo tu un feedback diretto con Blade, e volendo al 18×20, perché non andare direttamente su questa, senza girarci troppo intorno? Inoltre, se non hai fretta, sto realizzando le recensioni (video, seguimi su youtube) di Prince Tour 100 P e Pure Strike 18×20, che potrebbero essere due alternative interessanti.

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