
Artengo Artech Custom
Dopo più di due anni di attesa, il progetto Artech è realtà. Iniziano, infatti, a lasciare il Decathlon Modena, il quartier generale del progetto, i primi esemplari pronti per essere adoperati in campo. Ho seguito passo per passo lo sviluppo della Artech, testando ogni versione rilasciata per i test, con note molto interessanti e continui miglioramenti secondo i feedback recepiti dal team di sviluppo, tutto italiano e guidato da Raffaello Barbalonga. I test sono stati lunghi e approfonditi, ma adesso il progetto è partito e i prodotti sono già in fase di commercializzazione.
Artech è una racchetta che nasce dalla volontà del settore Tennis di Decathlon di dimostrare la propria capacità e la propria esperienza nel realizzare prodotti di alto profilo agonistico e qualitativo. Nonostante un prezzo di lancio di soli 139 euro, per tutte le configurazioni, è stata adoperata grafite alto modulo di produzione giapponese, a trama braided, e il telaio è rifinito in Italia per tutto ciò che riguarda la parte estetica. Inoltre, il prezzo comprende la personalizzazione delle specifiche e, a richiesta, anche il manico in cuoio, notoriamente molto più costoso del grip sintetico. Dal punto di vista delle specifiche, il peso minimo realizzabile è di 295 grammi, senza cuoio, con un bilanciamento di 32.5 cm, ed è possibile salire ben oltre i 330 grammi, passando per tante configurazioni di medio peso. Ad esempio, scegliendo un peso di 310 grammi, uno dei pesi più ricercati, il bilanciamento può variare tanto, in funzione della gestione delle masse al manico e in testa. Diversamente dai primi esemplari provati, infatti, la Artech si mostra meno polarizzata e più proporzionale al peso nel generare inerzia, quindi anche molto malleabile nel farsi plasmare e customizzare a piacere.
L’estetica della Artech, frutto di una scelta molto particolare, è uno dei punti saldi che Artengo ha voluto dare al suo telaio custom. Grafite a vista, coperta solo da una vernice lucida e luccicante, che crea un effetto tridimensionale a scacchiera, accompagnata da pochissime serigrafie in nero, sugli steli, e dal “Limited Edition” all’interno del piatto, impreziosito dal codice identificativo. Scura, cattiva e belligerante, prende abbondantemente le distanze da tutti gli altri prodotti del marchio, rimarcando le maggiori velleità tecniche e di rifinitura. Assolutamente non banale la cosmetica, che copre il telaio boxed da 21 mm e la forma che ricorda molto le classiche racchette Head e le attuali Pro Staff di Wilson, per via dell’attacco al manico più lungo e massiccio. Il cuore del telaio è infatti lungo e massiccio, come anche il ponte, che è di 21 mm, senza restringimento, a testimoniare la stabilità generale. Al manico, su una forma abbastanza quadrata, troviamo il cuoio Artengo, un prodotto che condivide la sua qualità con altri marchi francesi, ad avvolgimento di 1,5 pollici e spesso 1,5 millimetri. È disponibile anche il grip sintetico, anch’esso di buona fattura, ma il cuoio merita e rispecchia il carattere agonistico della Artech, oltre ad essere compreso nel prezzo. Infine, il butt-cap è quello tipico dell’azienda, piuttosto scosceso e dritto, con tappo removibile.
Avendo la possibilità di richiedere specifiche a richiesta, i due telai adoperati per il test sono stati così customizzati:
Head size: 97.5 inch2
Peso: 310g
Bilanciamento: 325 mm
Swingweight: 325
String Pattern: 16×19
Rigidità: 64.5 RA (rilevata)
Profilo 21 mm
Lunghezza: 68.5 cm
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60 commenti
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le specifiche a richiesta riguardano anche la rigidità ? tempo fa, tra
i telai demo mi sembra di ricordare una rigidità intorno ai 58 punti. ora
quelle che si possono comprare al negozio hanno tutte rigidità più alta ?
I primi modelli avevano una rigidità di 58 punti, ma una forte polarizzazione, quindi, al di là della flessione, non erano telai morbidissimi. Lo sviluppo ha portato una migliora in tal senso e ha introdotto la rigidità di 64.5 ra, che consente di creare telai più efficaci, con minore split della massa tra testa e manico. La Artech è disponibile, attualmente, solo con ra 64.5.
la polarizzazione influisce sulla rigidità e sulle potenziali
vibrazioni nocive verso gomito e avambraccio ?
Certo, se poni massa sulla testa, questa diventerà più rigida. La polarizzazione, di per sé, non è un male, lo diventa quando è molto spinta. Quindi, anche se realizzi un telaio 50 ra, ma lo polarizzi tanto, la sensazione non è mai veramente morbida.
quindi su un telaio che si sente già rigido sul braccio, se si vuole aumentare spinta conviene posizionare 4/8 grammi di piombo a ore 3 e 9 piuttosto che 2/5 a ore 12 ? se ho capito bene…… per preservare la
salute di gomito e avambraccio
in sostanza, si. Ti faccio un esempio concreto: Yonex Vcore Sv 98, piuttosto polarizzata e gi tendente al secco/rigido all’impatto. Mettendo massa nella zona centrale, il telaio reagisce meno violentemente e l’impatto ne guadagna di pastosità. Tuttavia, per aumentare le prestazioni di un telaio, aggiungendo massa al cuore e parte bassa dell’ovale, il materiale da apporre è decisamente di più.
Ciao Fabio…giusto per capire su che piano stiamo parlando in attesa di provarla con mano…
ti pongo una domanda su un confronto tra questi telai:
la Pure Strike 16/19 (projectone) e la nuova custom di artengo, nella configurazione 310 da te provata.
Il confronto te lo chiedo come sempre in termini generali ma in riferimento alla potenza e giocabilità da fondo campo.
Grazie.
Un saluto.
Cristiano
con la PUre Strike hai molta più maneggevolezza e spin pesante, con potenza bella piena, quando spingi. La Artech è all’opposto, con tanta massa, che predilige un gioco non rabbioso, ma fluido, a sfruttare la massa e la stabilità. Per certi versi, invece, si somigliano, come la reattività del fusto, quindi una configurazione più umana della Artech può offrire una giocabilità simile alla strike. Tuttavia, a parità di peso, la Babolat offre quasi sicuramente più potenza e rotazioni, per via della configurazione di polarizzazione e di rigidità. Il fusto della Artech è indubbiamente più classico, tienilo presente.
Ciao Fabio
Grazie alla tua recensione sto usando da qualche mese la Ultra 97 versione 2016 che uso con mono head , overgrip e dumper; ho inserito anche 5 gr nel manico.
A tuo parere come vedresti un passaggio a questa Artech con peso 305, bilanciamento 32? Potrei trovarmi bene?
Grazie
sostanzialmente si, ma dipende cosa cerchi, visto che la artech è un telaio classico, che puoi configurare sia come una Blade che come una RF od anche come una Ultra 97. Per mantenere lo stesso livello di giocabilità della Ultra, pensa o ad un 305/32 oppure 310/31.5.
Ciao Fabio dove si possono vedere le varie configurazioni possibili e a chi va fatto l’eventuale ordine
Grazie
Le cofigurazioni possibili sono tantissime. Ma il peso minimo, come detto è 295 grammi, con bilanciamento a 32.5, senza manico in cuoio, col quale il minimo è 305 grammi.
Ad ogni modo, per informazioni specifiche, è possibile contattare Raffaello Babrbalonga, alla mail indicata nella recensione.
A meno di specifiche molto particolari, è possibile coprire molte esigenze di custom.
Hello,
at first thank for your reviews.
How would you describe the comfort and feel of the Artech Azoto in comparison to the new Dunlop NT Tour 97 18×20 and the Wilson Ultra Tour. Which of these racquets ist the most comfortable (soft, muted, buttery etc.). Since you said that the sound is metallic i fear that the Artech feels crisp and stiff.
Hi Luke, welcome to the Blog.
The feeling of the Artech is a little bit crisp, but isn’t very stiff, it is more like the Nt Tour one that not the Ultra Tour one. Yes, the sound is a little bit metallic, but i have to say that the NT Tour one is more metallic. It depends on the braided graphite and not on the stiffness. All in all, Artech is a good-feeling racquet, that provides a high level of power and, just for this, the developing team decided to switch from the original 58 ra to the ne 64.5, to create something like the Wilson Pro staff or Blade, depending on the custom you choose. The more soft and muted of all the racquets mentioned, is, with no doubt, the Ultra Tour. It’s so flexible, sweet feeling and control oriented that provides a long lasting dwell-time wich is the same one of the old Prestiges, bust with a real 97 square inches head. By the way, this stick is the most underpowered I’ve tested in 5 years and it’s good for a customization. I mean, you can adjust it by using a lower tension, like 17 or 18 for the Mono and 22 or 23 for mufilament or a gut, without a necessary custom, but a little of more mass on the hoop make the Ultra Tour much more responsive and useful.
Ciao Fabio per un giocatore vecchio stampo livello 4.3 la configurazione sotto riportata potrebbe andar bene?
peso 305 gr bilanciamento 31 cm manico in cuoio.
Cerco soprattutto maneggevolezza per poter muovere velocemente la testa della racchetta, le auttali racchette (stile classico non profilate) a mio parere sono troppo polarizzate in testa.
Grazie Antonio
Si, credo che possa andare piuttosto bene. Però, considerando che la configurazione finale della Artech non ha l’inerzia delle prime versioni, non sarebbe male contrastare il cuoio con un bilanciamento a 31.5, per avere stabilità e iù spin facile, oltre che un po’ di spinta gratuita. Il mio consiglio, per chi vuole prendere una Artech, è proprio quello di non creare bilanciamenti eccessivamente bassi. Considera anche che, montando un ovregrip, il peso totale salirebbe a 310 e il bilanciamento scenderebbe di 2-3 mm.
hello,
since you have played with almost any racquet on the market, what are your top 3 (with 16 main strings) racquets in terms of arm comfort and a soft plush feel, since i hate crisp and metallic frames.
for example i didn´t even like the prince tt tour 95, tecnifibre ltd 16×19 or the pro kennex q-tour 300 because they felt to crisp (although they were flexible, but feel and flexibility are not the same, but you know that 🙂
The yonex dr 98 or the old fischer pro no.1 on the other are really plush and comfortable in my view.
So please share your top 3 (I´m especially interested in a comparison in regard to niche racquets like zus custom 95, donnay pentacore pro one, artech azoto prototype vs. retail version etc., since i can´t demo them).
p.s. will you review the new diadem elevate racquet if it will be realesed this summer ?
thanks
Hi buddy, i hope you’re doing well.
Soft and plush feel depends of a lot of specs, but the real one is the flexpoint position. Pro One anche Aretch have both medium located flexpoint, and so those racquest are similar to the otthers you say you don’t really like. Maybe the boxed beam is another spec that doesn’t let you to feel the flexibility at all. On this way, something like a Kennex Q+tour Pro can give you much more plus sensation on the impact. This sick, even if it’s 68 ra, is on of the softest on the market. Another aspect is the polarization and it means that you must look for a racquet with a medium range of swingweigth with a good massa in the Handle. So, i have to say that the pulshest raquets i have ever played with are the Prince Phantom Pro 100 and the Donnay X-Penta Gold. Big flexpoint, big head and Ra under 60 point, with long slim heart, are sweets specs for your needs.
Ciao Fabio che corde e tensione consigli tra le luxilon e Wilson?
Come Luxilon, Alu soft, a 21/21, mentre di wilson bene le Revolve Spin, sempre sui 21 kg, 22/21 se la customizzi in maniera più massiccia.
Ciao Fabio se per la Artech Coustom scegliessi lo stesso peso 300gr e bilanciamento 31,5 della pro kennex q+tour cosa avrei in più o i meno?
Grazie
Antonio
La artech è più rigida e reattiva, quindi indubbiamente più potente della Kennex, che, invece, è più docile sulla palla ed ha un impatto più prolugato e soft. Per una Artech, però, penserei almeno ai 305 grammi con bilanciamento a 31.5, perché non è carichissima di inerzia e si deve osare un pizzico di bilanciamento o di massa in più.
Ciao Fabio….
Sto pensando ad una configurazione di 305 gr 32 balance cercando di riproporre quello che è la mia attuale strike 16×19 ma con più facilità di uso.
Però la mia domanda è un po’ più complicata e credo che solo tu possa darmi un quadro generale che possa darmi degli spunti x scegliere: tra questa configurazione della artech e la tecnifibre 305 18 x 19 t-fight DCS3, cosa mi consiglieresti per avviconarmi alla resa della strike ma con meno fatica di utilizzo.. Purtroppo l’inerzia della strike inizia a darmi qualche problema di affaticamento… Grazie, cristiano
Ciao Cristiano, considerando che la Tencifibre è bilanciata a 32.5 e pesa quanto la tua strike, con un livello di massa simile, direi che la Artech 305/32 o 31.5 sia un’idea giusta. Tuttavia, se desideri qualcosa come la Strike, ma meno difficile, ricorda che ne esiste una versione 100 pollici che va davvero bene e replica la 98, ma con un pizzico di cattiveria in meno, ma molta praticità in più.
ciao, mi chiedevo se potevi darmi un consiglio sulla configurazione della racchetta. ho un gioco tendenzialmente piatto, basato su pochi scambi dato cerco sempre di premere e chiudere mettendo i piedi in campo. ho letto la tua recensione della mantis 315 PS e sembra la racchetta adatta a me, anche se purtroppo non ho avuto occasione di provarla. attualmente uso una volkl v-sense 8 315gr di cui apprezzo la manovrabilità ma che sento poco “cattiva”. mi potresti suggerire una configurazione simile alla mantis?? devo farmi un regalo……
Ciao Tullio, considerando che la Mantis 315 PS, a parità di peso e bilanciamento sarà sicuramente più potente, per via della struttura profilata, potresti optare per un peso di 310 con bilanciamento a 315 mm, in modo da rendere la racchetta stabile, ma anche abbastanza veloce da attivare il braccio e compensare la minore spinta rispetto alla PS 315. Il consiglio generale, con la Artech, è di osare con il bilanciamento, perché non nasce carichissima di inerzia e va “riempita” sotto questo aspetto con il peso in avanti. Considra anche un possibile etup a 305/32 o 305/32.5, in stile Blade, con inerzia sui 325 punti.
scusa, mi chiamo Tullio e ti ringrazio anticipatamente
Ciao Fabio,
una racchetta personalizzata è il sogno di tutti, se poi viene offerta a questo prezzo non ci si può assumere dal provare!Certo la scelta non è facile.Vengo da una tfight 315 16*19 ltd(tutto bene tranne potenza e servizio) con in breve passaggio a una pro staff 97 CV (dove ho guadagnato nella Potenza e stabilità del dritto e un po’ nel servizio…ma con più fatica a parità di peso con la tfight).Ora la mia ultima racca è la Q+tour 300…tutto ok ma veramente poco potente (nonostante il multi)e stabile nel diritto.Venendo al dunque,con un gioco classico con rovescio a una mano e sono moderato, che set up mi consiglieresti per avere Potenza e stabilità nel diritto e un po’o di aiuto nel servizio senza avanzare troppo il bilanciamento?un 305 gr con trip in cuoio e bilanciamento a 32 o 31.5 (senza corde..con overgrip poi arretra…) potrebbe andare?
Grazie in anticipo.
Con la Artech bisogna osare un po’ con il bilanciamento, quindi, considerando tutto ciò che mi racconti della tua esperienza, andrei sulla 305/32, per sfruttare potenza e spin in maniera più facile, senza troppa massa, ma neanche poca. Il cuoio puoi montarlo o meno, a seconda della tua prefereza, ma terrei il bilanciamento a non meno di 32, come detto, od anche a 32.5. Il telaio non è stracarico di inerzia in partenza, come si può pensare di una custom, quindi puoi spingerti un po’ più in là.
Grazie mille,
proverò con il contatto fornitoad ordinare questa chicca.
ti piacerà, è un bel progetto, che meritava di avere risonanza.
Racchette arrivate da poco.Esteticamente c’è qualche pecca nel paintjob, ma nulla di eclatante; belle da vedere nella versione opaca che ho scelto.Curiosato all’interno del manico e niente sorprese anche se il but cup è un po’ lento.Peso e bilanciamento verificati e corrispondenti alle specifiche….per lo SW non sono attrezzato ma sembra quello richiesto.Grazie alla consulenza di Raffaello & co, e ai tuoi consigli, alla fine ho optato x 310gr, 32 di Balance e 290 di inerzia con grip in cuoio.Cavolo! Prima ora con la mia coppia 87 e 88 fresche fresche.Che bomba!Una via di mezzo tra prestige e pro staff ma anche più maneggevoli…forse x la bassa inerzia.Ho ritrovato il servizio piatti e potente e stabilità nel dritto dopo anni di pena….e di racche ne ho provate.Great job! Uno dei pochi telai che non necessita di antivibrazione!Domani si replica.
Prova effettuata con Solinco TB 1.20 a 21/20 e dyrex BlackBerry mezzo kg in più.La qualità percepita della grafite credo sia il plus.A meno della metà del prezzo di una Z..
Speriamo che si vada oltre la 125
Il progetto dovrebbe avere uno sviluppo ulteriore, vedremo.
Ho contattato il team artech e mi hanno proposto una configurazione 315/32. Rispetto a quella da te consigliata (310/31,5)che differenze posso aspettarmi? Non vorrei fare troppa fatica a muoverla.
Grazie,Tullio
Beh, si, 315/32 è una configurazione tosta, da braccio serio. Tenderei a stare su un setup più umano.
Buongiorno Fabio,
discorso Artech a parte, ma la TR 990 pro non hai mai avuto occasione di provarla? per quanto poco c’è sul web, ne parlano bene..
Non ho avuto modo di provarla, ma solo di vederla, quindi dincamicamente non saprei come inquadrarla. Però ho visto delle soluzioni interessanti e dei paintjob finalmente belli. Tempo al tempo, arriveranno anche le TR990 😉
Ciao, sono alla 9 ora della mia artech, 310, 32 e 295 inerzia nuda. Gran racchetta…
Presto ordinerò la seconda….
Unica pecca x me, è un po’ quel suono metallico. La mia è incordata con starburn vortex t6. Domani proverò un reverse con gosen ak pro… Vediamo se la cosa migliora…
Ma parliamo di un dettaglio… Il resto è molto appagante.
Varia con le corde, valta soprattutto i mono non troppo morbidi e nemmeno troppo reattivi, il telaio ha già caratteristiche spiccate con questo setup e una corda “neutra” ti lascerebbe capire meglio di cosa è capace.
Fabio,
a questo punto per noi 125 fortunati devi dirci i tuoi top 4 mono ” non troppo morbidi e nemmeno troppo reattivi” cominciando dalle strong project con cui hai effettuato il test.
Che ne dici di:
1. SP armour soft 1.24
2. Solinco tour bite soft 1.20
3. Sturburn vorrei T6 1.25
4. Volkl ciclone 18L
Grazie in anticipo x ogni consiglio 🙂
Come mono, String Project Armour 1.25 e Volkl V-pro 1.23, bene anche la Armour soft, ma per un gioco con meno rotazioni in generale, più da spinta frontale. Eviterei i mono sottili, perché il pattern è largo, ma, se solidi, non sono male. Ad esempio Keen e Cyclone, ci stanno bene, mentre la tour bite muore subito su questo telaio, che stressa tanto le corde.
Grazie Fabio,
proverò le string project…in effetti le tour bite sono durate poco e le cyclone non mi stanno convincendo.Ma la racca va alla grande.
Prova con le corde suggerite, perché occorre assecondare il pattern aperto.
Scusate, non ho trovato l’indirizzo mail per ordinarla.
Grazie 1000
Ciao Andrea, ecco l’indirizzo mail al quale scrivere per le artech:
[email protected]
Come si ordina la racchetta? Chi devo contattare? Grazie
Puoi contattare il Decathlon di Modena e chiedere di Raffaello Barbalonga. Oppure scrivere direttamente a lui per il supporto nella definizione del telaio, ti ricontatterà.
La mail diretta è: [email protected]
Ciao Fabio, hon provato varie corde, dopo la tour-bite:
-String project magic (già provata su pro staff 97 cv…) su questo telaio ha un suono metallico e non ne vengono esaltate le caratteristiche di morbidezza che dovrebbero contraddistinguerla.Al servizio però la palla esce bene sia sui colpi piatti che in kick e slice.resto dubbioso.
– La armour soft spinge molto, è di sicuro confortevole, ma non mi sembra (bene inteso con queste racchette) aiutare con lo spin come hai detto tu.
– La armour mi sembra la più solida delle tre.La corda è “pastosa” all’impatto e solo lievemente meno confortevole della soft ma nei colpi da fondo va veramente alla grande con una uscita di palla veramente facile. Al servizio sembra frenare un po’.
Ora, senza continuare all’infinito, che ne diresti di scendere un kilo con la armour( magari un 19/18 ? che ne dici?). Altre alternative? Grazie
Grazie in anticipo per ogni consiglio ed in bocca al lupo per il vostro progetto.
Hai sentito bene le tre corde, sono esattamente così, tranne un po’ per la Armour soft che offre più spin, ma va addomesticata più volte braccio. La Armour consente più spin naturale, essendo pastosa e gestibile. Puoi scendere tranquillamente fino a 18 kg, senza eccessivi calo di controllo, quindi puoi procedere.
grazie
Quando vuoi sei il benvenuto 😉
Grazie Fabio,
procedo a 19/18 con armour…la magic probabilmente ha bisogno di qualche ora di gioco per un giudizio definitivo.Buon tennis a tutti.
La magic falla assestare un’oretta e poi la valuti, la Armour è più pronta all’uso da subito.
…alla fine le magic e le armour non mi hanno convinto.Anche un giro con double diablo 1.19 e ibrido reverse velocità/lynk non hanno risolto il dilemma.Forse tornerò sulle cyclone18L…..HELP..aquapower o vortex7 carbon potrebbero andare…oppure?..Confort e uscita di palla come must.Grazie in ogni caso 🙂
LA Aqua la conosco bene e può darti spinta utile, ma se il tuo range è quello della Cyclone, ti consiglio di provarci le Volkl V-Pro 1.23, che hanno un comportamento molto efficace tra spinta, controllo e rotazioni, con impatto non rigido. Eviterei le corde morbisiddime, per esaltare il telaio. Al di là delle preferenze personali, bisogna anche considerare il livello e la tipologia di racchetta.
Grazie,le proverò entrambe allora.
Buongiorno Fabio…
sono oramai giunto alla 23esima ora con la Artech e sono pienamente soddisfatto. La mia ha una configurazione 305/32.0/323sw
Le ultime 6 ore l’incordatura che ho montato è budello verticale e 4G orizzontale a 22.5/20.5 e per me è davvero il top.
Non ce n’è, per il mio livello 4.1 rovescio ad una mano, gioco da fondo campo in leggero top, non ho trovato grosse rivali.
Ne provo parecchie, lo continuo a fare, per divertimento e perchè ne ho la possibilità…ma non riesco a trovare una racchetta ad oggi sul mercato (non profilata) che mi dia sensazioni migliori e soprattutto che assecondi il mio tipo di gioco.
Il marchio artengo come potrai immaginare non ha ovviamente un blasone di rilievo nel panorama di marchi che girano ora e quando si porta ad incordare, passi lo scetticismo dell’incordatore, ma anche quello dei clienti in attesa di ritirare la racchetta è, come potrai immaginare, è piuttosto evidente.
Mi spiace che è l’unica racchetta, delle ultime, che non ha la tua tabella con i voti….mi sarebbe interessato il giudizio complessivo che sarebbe venuto fuori.
Tuttavia, appellandomi alla tua esperienza, me la confronteresti sulla carta con la VcoreSV 98 e con la Vcore98?
Come artech, so che la tua era configurata in modalità più spinta della mia, ma prova a considerare la tua ma meno estrema….per il confronto.
Grazie. Cristiano
Ciao Cristiano, non è per nulla facile confrontare una custom con un telaio retail, proprio perché i dati sono variabili e laracchetta si comporta in maniera diversa per ogni tipo di custom.
Posso fare un paragone generale, legato al feeling e alla tipologia di telaio, dicendo che la Artech tende ad essere più reattiva della Vcore e meno delle Vcore Sv, ma, come genere, è molto più vicina alla Sv che non alla nuova Vcore. Tra le classiche di peso contenuto, è una delle più potenti e stabili, ma sicuramente non è una delle più flessibili e vuole quel pizzico di spinta in più, ma sa appagare tanto per rotazioni facili e stabilità.
La configurazione che hai adottato, è chiaramente verso la Sv 98, quindi con una certa cattiveria sui colpi e una richiesta tecnica leggermente più alta della media. La VCore 98, invece, è nettamente più facile da muovere e più dolce nell’impatto, essendo un telaio pensato per aprire alla facilità generale su un attrezzo tecnico, rinunciando a qualcosa in potenza massima, ma liberando il braccio per spingere in autonomia.
Ma poi non se ne sa più nulla? che fine ha fatto il progetto? …dopo due anni nessun seguito?
L’idea di offrire telai pro stock custom ad un prezzo abbordabile resta così, solo un sogno per i pochi fortunati della prima edizione super-limited?
Purtroppo si, Decathlon ha delle logiche molto accentrate per la creazione di nuovi prodotti ed è già un mezzo miracolo che sia venuto fuori un progetto pilota. Tuttavia, era più un modo per dare un tocco tecnico al marchio che una maniera di fare commercio, perché era un progetto molto piccolo e simbolico, che sfruttava la base di un telaio in produzione, con buona qualità generale.