
Dunlop Revolution NT Tour 97 18×20
La sigla NT sta per Natural Tennis, poichè Dunlop ha aggiunto un filamento di rame alla grafite. Partendo dal presupposto che il rame porti beneficio al corpo umano, questo materiale è anche un ottimo conduttore e, essendo l’uomo attraversato da piccole scosse elettriche nella sua attività vitale, la tecnologia NT promette più feedback tra attrezzo e tennista. Una semplice scelta, che va a creare una serie composta da diversi telai, tra i quali spicca per contenuti tecnici la NT Revolution Tour, disponibile nelle versioni 16×19 e 18×20.
La Dunlop NT Revolution Tour 18×20 nasce dalle ceneri di un telaio dai tratti decisamente agonisitici e puristi come la Dunlop 300 Tour. Un attrezzo che il marchio inglese ha proposto negli anni, sempre nel peso di 304 grammi, ma con varie composizioni e rigidità, tra i 62 e i 64 punti. Si tratta di uno stampo PT924, un boxed beam comune ad alcune aziende, tra cui la più fortunata T-fight limited edition di Tecnifibre, che era proposta sia in versione 18×20 che 16×19, sicuramente la più apprezzata. L’aggiornamento alla versione NT Tour, però, ha portato non solo l’aggiunta del rame, ma una profonda rivisitazione delle masse del telaio, che ne hanno variato peso, bilanciamento, rigidità e resa, ma non la destinazione d’uso, oltre che una rivisitazione accentuata del cuore del telaio.
Scheda tecnica:
Headsize 97 inch2
Peso 314 g
Schema corde 18×20
Bilanciamento 316 mm
Swingweight (incordata) 322 punti
Rigidità 62 RA
Profilo 20 mm costante
Partiamo dall’estetica. La racchetta ha un profilo stretto e una forma molto bella e filante, da racchetta agonistica quale è. Il telaio presenta una sezione variabile, non nello spessore che resta costante, ma nella sezione. Per il piatto si tratta di un boxed beam, mentre per il cuore è stato adoperato un flat beam per rendere la struttura più reattiva e corposa all’impatto. I due profili si combinano bene nel passaggio, che avviene appena sotto il ponte, che resta boxed, sempre da 20 mm. NT Tour è tutta nera satinata, con l’Aeroskin, la tecnologia Dunlop di penetrazione dell’aria, soprattutto sulla testa e parte bassa del piatto, e serigrafie ridotte al minimo, in color rame per steli e base del manico, mentre all’interno del piatto è presente il marchio in giallo fluo. Il paintjob è riuscito e al tatto è notevole, senza sbavature o scalini. Al manico troviamo la solita forma Dunlop, tendente al quadrato, apprezzato da tanti per la facilità di presa che riesce a donare, ma, ad essere onesti, il grip di serie giallo fluo ha un aspetto povero, con una finitura zigrinata e i fori che lasciano intravedere i filamenti di rame probabilmente troppo grossi. La scelta del Grip traforato è dettata dalla necessità di collegare il telaio alla pelle, proprio per attivare la comunicazione elettrica tra i due corpi, ma un cuoio avrebbe dato un altro effetto al telaio, mantenendo inalterato il suo carattere “Natural”. Per fortuna, montando un overgrip, si risolve tutto.
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11 commenti
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Ciao Fabio, grazie per la recensione di questo telaio insolito e particolare nel panorama odierno. volevo chiederti due cose: puoi dirmi con quale setup di corde ti è sembrato rendere al massimo? E po, pensi di testare anche la versione 16×19 della nuova NT Tour?
Grazie
In effetti il 18×20 sembra esserq quasi scomparso nel mercato attuale, in favore del 16×19, che meglio si presta alla spinta e allo spin, con migliori compromessi.
Ho testato la Dunlop NT Tour con corde Volkl e String Project, trovando la migliore scelta sempre e comunque con l’ibrido, per via del piatto tendente allo stretto. La soluzione più convincente è stata con Armour Soft 1.24/ Gold 1.30 a 21/21,per un gioco vario. Tuttavia, ho apprezzato anche il fullbe di Volkl V-pro 1.23 e di Keen 1.18, la prima per l’impatto più “croccante”, solido e cattivo, mentre la seconda perché non mi ha fatto rimpiangere affato l’ibrido.
p.s. ho notato ora che ho dimenicato di inserire i setup, provvedo quanto prima a fare la lista.
Grazie Fabio, in effetti la versione 16×19 sembra interessante, anche per via del flex più basso che dovrebbe esaltare la sensibilità del telaio.
Per quanto riguarda il grip montato sulla serie Natural, personalmente non l’ho trovato così negativo, mi sembra faccia sentire molto gli spigoli senza avere però la durezza del cuoio, forse ha il difetto di essere un po’ troppo corposo.
Si dovrevve essere leggermente più morbida la versione 16×19, tuttavia il miglioramento vero che ho riscontrato nella 18×20 è stato proprio in potenza e reattività, quindi dovuto a rigidità maggiore e nuovo disegno del cuore davvero azzeccato. In linea frontale il telaio tira forte quasi quanto una Blade e si muove più agevolmente.
Ciao Fabio,
complimenti per le belle recensioni! Vorrei chiederti un nuovo consiglio: ho avuto problemi di epicondilite e dopo qualche mese di stop ho deciso di cambiare la mia speed mp. Dalle mie parti nessuno ha Pro Kennex, che sarebbe stata la mia prima scelta, perciò non sono riuscito a provarle; ho provato una Head mgx1 con la quale mi sono trovato abbastanza bene e questa Dunlop nt tour 16×19 con la quale mi sono trovato benissimo perchè si adatta perfettamente al mio gioco piatto e alla ricerca di controllo; di contro la Dunlop è un più pesante e mia affatica un po’mentre la head è supermaneggevole. Che cosa mi consiglieresti, anche tenendo conto dell’aspetto delle vibrazioni? Grazie 1000!!
Ciao, a presto!
Vista la tua necessità, e tendendo presente che l’epicondilite è più spesso causata da corde eccessivamente rigide o da movimenti forzati, andrei sulla MXG1 (tra l’altro la mia preferita in Head, insieme alla Prestige S) proprio perché ti lascia fare tutto con una manneggevolezza da riferimento e una stabilità che non trovi facilmente in 300 grammi. Per l’epicondilite, Kennex è una sicurezza, ma non è l’unica che sa dare buon comfort di impatto.
ciao Fabio. Ho bisogno di una TUA VALUTAZIONE / CONSIGLIO su una racchetta DUNLOP e una WILSON…La DUNLOP è una NT, modello R 3.0 HL (anno ….?) ,che pesa 308 gr (in realtà la mia 305 gr senza corde ecc….piombare?), “constructed from one piece of graphite unlike conventional rackets” (vero? …vantaggi?…), più lunga (69,2 contro i normali 68,5), profilo 22 continuo,16×19, RA=64, piatto 98, con tecnologie Aeroskin e NT Weave. 3 brevi domande: se l’hai provata-testata-che ne pensi …; con che corde/tensioni/spessore diresti di incordarla. IO gioco attualmente e con soddisfazione con una WILSON FST99, 310gr teorici,18×19, con cui mi trovo bene,direi; ottimo controllo ecc (il tutto del tutto in linea con il tuo test!). ORA :LA DUNLOP E’ UNA CURIOSITA’, MA GIA’ CHE C’E’ LA PROVO …(non so con che conseguenze); e l’altra “novità-curiosità” è la WILSON ULTRA 97 …..(tu ne parlasti benissimo!!!! a maggio 2016, leggendo il tuo test).
Certo vengo da 1 racchetta DIVERSA (classica) con cui peraltro mi trovo bene; mi attingo a fare “DUE ESPERIMENTI” (la Ultra97 oltretutto è tra l’altro una via di mezzo tra classica e profilata e “mi spaventa un pò….).
Il mio gioco è dato dal buon braccio (tecnico) contro una scarsa mobilità (…) e quindi cerco di chiudere lo scambio in breve (dropshot anche da f.c., risposta aggressiva anticipata su servizio,back diritto / rovescio, il tutto sempre in spinta x quanto mi consente la mobilità, gioco “sporco”…). ….
che ne dici delle racchette rispetto a quella che uso e quale comportamento consigli? (…). Non troverò nulla di meglio? Perché rovinare un feeling?…ma ormai ho le 2 racchette …….
Ciao, la Dunlop in questione non l’ho mai provata, quindi non posso darti indicazioni in merito.
Quanto alla Ultra 97, invece, posso solo dire belle cose. Personalmente ne ho avute 7, un telaio che ti lascia fare tutto, dal top al back, con un bel controllo e una sensazione di impatto buona. Non affatica molto e lascia tanto spazio al braccio per esprimersi, che sia di tocco o di spinta, ricordandosi sempre che si tratta di un telaio agonistico, per quanto leggero in mano, e che desidera quel colpo finale del braccio per dare potenza vera. La consiglio soprattutto a chi ha un buon braccio, che non vuole eccessiva massa dal telaio e vuole gestire il telaio al 100%. Oggi l’equivalente è la Clash 98, ma è abbastanza più pesante in mano, con un feeling e un controllo migliori, ma anche più ostica da gestire alla lunga.
oh bene. poichè le ho acquistate a suo tempo tutte e tre (Ultra 97, Burn Fst99 e Clash 98) e trovandomi bene con le ultime due (fst e clash) che “punti di contatto” trovi tra questi due telai? IO li trovo parzialmente ‘interscambiabili'(…!), anche se con Clash lo spin è più facile ed il telaio è ‘più potente’, mentre la fst ha maggior controllo, la Clash è più morbida ma ‘perdona poco’ se colpisci un pò fuori dal suo sweetpoint ideale (centrale)….Ecco, la Ultra 97 l’ho provata a suo tempo (2016) ma l’ho accantonata subito xchè nn mi ci trovavo proprio (…). Poi mi sono imbattuto nella tua ottima recensione, ribadita più volte….e mi intriga tanto visto che ce l’ho! …..A maggior ragione se sto alla tua affermazione in merito a Clah98 ( “una versione molto migliorata della ultra 97”) . Certo devo montare le corde giuste….facile per Clash98 (Revolve spin 1.25 sotto i 20kg), così come per la Ultra 97 ( Revolve 1.25 a 22 kg e 23 sulle verticali…); un pò più difficile per la Fst 99 che richiederebbe secondo te un ibrido (bè, io mi sono sempre trovato bene il multi della Head, Reflex 1.3 ….posso mettere sulle orizzontali il mono Revolve 1.25 ….il tutto a che tensioni ? oppure non va bene come accoppiata…). Scusa la lunghezza del testo ma la tua opinione è ormai indispensabile per “venir fuori” da dubbi, confusioni, momenti-no ecc. che un pò tutti noi “dilettanti allo sbaraglio” apprezziamo del tuo lavoro! Grazie ancora Fabio. Auguri da luca, alias ehiman!.
I Punti di contatto tra FST 99 e Clash 98 sono soprattutto nel controllo, ma per il resto i telaio completamente diversi, nei tempi e nei modi di risposta all’impatto. Per questo motivo, anche se accettano la stessa corda, le tensioni devono essere molto differenti e la Clash è più particolare da settare e distrugge le corde più velocemente. Quanto all setup di Ultra 97, anche qui devi stare basso, diciamo un kg sopra clash 98, ma non oltre, altrimenti la struttura si irrigidisce, perché le verticali sono più corte del solito.
Come ibrido, invece, su FST 99, considerando che reflex è elastica, ma non troppo, opterei per un ibrido classico a 22/22, mentre in reverse andrei 23/22.