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La Potenza delle racchette da tennis

Una delle richieste più frequenti, quando si sceglie una racchetta da tennis è quella che il telaio sia potente. Ma cosa significa potenza per una racchetta da tennis? E, soprattutto, da cosa deriva la potenza di una racchetta da tennis?

Ci sono fattori interni al telaio e fattori esterni, che contano quanto e più di quelli interni e che condizionano la scelte delle specifiche della racchetta in modo assolutamente rigoroso, altrimenti la potenza resta un miraggio.

In questo video-editoriale, e ne seguiranno diversi altri nei prossimi giorni, proviamo a dare delucidazioni in merito a come funziona la potenza nelle racchette da tennis e cosa ricercare nella racchetta perché la potenza non sia invalidata.

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3 commenti

  1. Ciao Fabio, mi puoi spiegare le caratteristiche, vantaggi e svantaggi di una racchetta pesante ma con inerzia contenuta? Rispetto ad una con peso più basso ma inerzia più alta? Per esempio, tra una racchetta, finita (corde +overgrip), di 340 grammi con inerzia 325 e una di 325 grammi con inerzia 335…che vantaggi avrei con la prima rispetto alla seconda e per quale tipo di gioco sono più adatte?

    • Il primo è un telaio poco polarizzato, che cioè ha le masse concentrate verso il centro del telaio e pertanto necessita di più peso per raggiungere un certo livello di inerzia con un dato bilanciamento, mentre il secondo è un telaio più polarizzato, che cioè ha le masse ripartite più verso le sue estremità (testa e manico) e meno verso il centro, il che permette di avere più inerzia a parità di peso e bilanciamento. A parità di inerzia dunque un telaio depolarizzato ha più massa e ciò da una parte lo rende più potente, più stabile e confortevole (la maggiore pienezza lo fa torcere e vibrare di meno) e di riflesso migliore nei colpi bloccati come volée e risposta al servizio, più tollerante ai colpi decentrati, migliore nel feedback sui colpi, migliore in precisione generale e pertanto sui colpi di fino (le masse sono più ravvicinate tra loro e pertanto per il principio della leva è possibile muoverlo con maggiore precisione), piatti e in slice, ma dall’altra più faticoso da muovere, meno spinnoso e con la necessità di usare corde più da controllo e/o alzare le tensioni per controllare la profondità dei colpi (che aumenta per il mix di maggior potenza e appiattimento dei colpi); un telaio polarizzato di contro è meno stancante a livello fisico per via della minor massa e genera molto più topspin (forse il pregio maggiore di questo tipo di configurazione, che infatti è diventata particolarmente diffusa in epoca moderna), il che si riflette in una maggiore consistenza da fondocampo, ma è più impreciso (il che costringe a coprire ogni colpo), ha sensibilità peggiore e tende a flettere/vibrare in maniera più selvaggia per via della maggior vuotezza e di riflesso perdona meno i decentraggi

      • Ciao e benvenuto nel blog.
        Analisi quasi giusta, perché la prima non sarebbe più potente, anzi, la polarizzazione emette maggiore energia in generale.
        Non è nemmeno detto che si debba alzare la tensione con un telaio polarizzato e in linea assoluta non si può ragionare così.
        Anche la sensibilità non è un dato ce deriva dalla polarizzazione, o almeno non solo, e le caratteristiche di beam e costruzione fanno molta differenza.

    • La prima sarebbe una racchetta da controllo, probabilmente con un bilanciamento basso che costringe e cosente al maggior gioco di braccio per ricavare spinta e spin. La seconda sarebbe un telaio più potente, più carico di spin, ma anche più stessante per l’avambaraccio.

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