L’ammortizzazione è molto ben sviluppata, l’intersuola ha una corsa lunga, sia all’anteriore che al posteriore. La scarpa è molto morbida, il tallone è ben protetto e può contare su un’ampia porzione di materiale morbido su cui scaricare il peso. L’avampiede è leggermente meno alto rispetto al tallone, la corsa dell’intersuola è più contenuta, ma resta una delle soluzioni più ammortizzanti del mercato. A volte anche troppo, perché la sensazione morbida tende a rendere la scarpa poco sensibile se non si pesta forte con le gambe o se non si ha un peso sufficiente per far lavorare bene la struttura. Tuttavia, è una scarpa con una identità forte sul lato comfort/ammortizzazione, che risponde alle esigenze di chi vuole una soluzione senza gel o senza aria, che consente una durata dinamica maggiore. Basti pensare che, dopo 3 mesi di test, usata per 6 ore alla settimana, la Hypercourt ammortizza ancora a dovere e non si sente l’esigenza di sostituirla.

 La trazione è un altro punto di forza di questa K-Swiss. La suola ha un disegno Hering-Bone, aspina di pesce, ed è pensata per massimizzare la trazione sui campi in terrarossa. La gomma adoperata è allo stesso tempo flessibile e durevole, mentre il disegno della spina è ampio e ciò consente un discreto utilizzo anche su campi in cemento, dove tutta l’ammortizzazione a disposizione consente comfort e decisamente maggiore contatto sensibile con il terreno. Tornando alla terra, la trazione è di ottimo livello e il disegno della suola è esteso anche a punta ed esterno laterale. Hypercourt Express flette in maniera molto naturale, seguendo i piedi nel movimento di carico e scarico, sia frontale che laterale. In quello laterale, dopo un po’ di utilizzo, si sente la mancanza di un maggiore sostegno, soprattutto per la morbidezza generale della struttura. Tuttavia, il sostegno c’è e anche la tomaia aiuta a contenere lateralmente, essendo parte della struttura portante e fusa nella suola.