In campo, Viper Carbon mostra un comportamento fortemente indirizzato verso l’agonista o, comunque, verso il giocatore esperto, nonostante sulle prime sembri più facile di quanto non sia. Infatti, la racchetta si muove piuttosto agevolmente a ritmi bassi ed intermedi, ma soprattutto nei pressi della rete Viper Carbon riesce a sgusciare bene in aria e l’ingombro resta nella norma, anzi si mostra più leggera rispetto a quanto ci si possa aspettare. Alzando il ritmo viene fuori la sua massa e la testa si appesantisce. Va comandata a dovere con il polso, ma è il prezzo da pagare per avere una delle pale più potenti in circolazione. Viper Carbon ha quell’uscita di palla dal piatto sempre molto piena e corposa, senza dover strafare con il braccio, che dona un senso di padronanza della palla anche per il bel controllo che concede, sia sui colpi piatti che le giocate in spin. Ecco, sullo spin richiede mestiere, vuole che il braccio sappia accompagnarla concretamente ed in maniera sostanziosa, mentre lei mette la sua massa e la sua tanta stabilità al servizio di chi la adopera. C’è anche da dire che la Viper aggiunge un po’ di spin e bisogna fare l’abitudine ad un comportamento, in alcuni casi, più gratuito, quasi facilitato, sui colpi interlocutori.

Non è solo potenza, perché, come detto, il controllo è eccellente, ma l’uscita di palla è rapida e l’incertezza non viene perdonata, nonostante uno sweetspot generoso per la tipologia di racchetta. Quindi è un controllo adatto ad un braccio che swinga bene e che sfrutta la bella potenza per i piazzamenti efficaci, costruendo il punto, perché occorre mestiere per gestire un bel bestione come Viper Carbon. Veniamo al feeling di impatto, dicendo che è corposo, netto, secco e deciso. Non è una pala “ammortizzata”, è uno strumento di potenza e precisione che restituisce un impatto molto fedele, ma di certo non è una spranga e mantiene un buon comfort di impatto, ricordando soprattutto che non nasce per il comfort, ma per la prestazione pura, elavata ed agonistica.