
Amazfit Verge Lite

Come va? È preciso quanto basta per essere considerato un prodotto veramente utile. Ha il GPS interno che funziona benissimo ed è garantita la durata della batteria fino a 40 ore con il GPS attivato e lo fa sul serio. Va detto immediatamente che l’autonomia è da record, perché dai test esce con almeno 38 ore di GPS attivato ed anche 25 giorni, contro i 20 dichiarati, di utilizzo normale (sveglie, workout e monitoraggio della frequenza cardiaca attivato). In un utilizzo stress, con frequenti passaggi tra workout, bluetooth e GPS, tenendo una media da sportivo veramente attivo, supera agevolmente i 10 giorni. In termini di prestazioni assolute, insieme ai sensori di movimento, che sono davvero accurati, il vero plus è un sensore di rilevamento del battito cardiaco che fa un lavoro davvero onorevole. Il sensore funziona sia da controllo a campione durante la giornata, per un monitoraggio della vita quotidiana, sia come strumento funzionale all’attivazione delle modalità di esercizio, che sono più ridotte rispetto al Verge, ma programmate per corsa, tapis roullant, ciclismo, passeggiata, cyclette, ellittica e workout generico con i pesi. Le funzionalità non comprendono il tennis, che invece è presente nel Verge, come in alcuni top di gamma Amazfit, ma, di fatto è possibile avere un dato molto preciso in termini di consumo calorico e di distanza percorsa in campo, azionando una delle altre modalità di rilevamento. Tuttavia, Verge Lite è più adatto a chi svolge un allenamento di fitness, di palestra, di corsa e di ciclismo, per avere un quadro completo e abbastanza accurato del consumo calorico e dello sforzo prodotto. A questo punto, vanno fatte alcune precisazioni riguardo la rilevazione della frequenza, perché, se nelle attività di cardio o, comunque, a sforzo più continuo, come il fitness aerobico, la precisione è al pari degli smartwatch e cardiofrequenzimetri più blasonati, in termini di sforzo anaerobico, testato in bodybuilding e powerlifting, spesso si perde il picco di frequenza e altrettanto spesso il sensore, spostandosi, non legge accuratamente il dato massimo. Tuttavia, restituisce un dato di consumo calorico fedele alla realtà, con pochissimo scarto. Il sensore è sensibile agli spostamenti del polso e alle flessioni e, dopo un lungo periodo di test, è emerso che, con un po’ di accuratezza nel posizionamento sul polso e adattando il cinturino più di frequente, anche nell’attività di pesistica riesce a restituire dati immediati. Insomma, molto bene il cardio e le attività che non prevedano flessione dei polsi, meno confortevole l’utilizzo da powerlifter incallito, per il quale è meglio rivolgersi ad altro in casa Amazfit.