
Vibram V-Train 2.0

La prestazione di V-Train 2.0 è tutta orientata alla massima naturalezza di movimento del piede, con elasticità della tomaia, che segue fedelmente il piede nelle sue azioni, mentre la suola va a creare tanta solidità nell’appoggio. Può sembrare una scarpa poco stabile, ma al contrario è una scarpa solidissima, che sfrutta le doti naturali del corpo per attivare la stabilità di cui è capace. Parliamo di una scarpa da allenamento di alto livello, progettata per allenarsi a 360°, dalla corsa breve, nell’ambito dei 5-7 km, combinata con il massimo sostegno per gli esercizi con i pesi. Testata in questi due ambiti si è rivelata perfetta come ausilio anche di protezione. Sulla corsa breve si apprezza il suo peso leggero e la capacità di trazione, molto forte, della suola, combinata all’anteriore flessibile che attiva le dita in spinta. Chiaramente, mancando una protezione a corsa lunga sul tallone, è da considerasi una scarpa da allenamento funzionale e di stabilità, ma non come scarpa da gara o da distanze medio-lunghe. Nonostante ciò, Vibram propone anche questo genere di calzature, appunto con una maggiore attenzione al cushioning, mentre con V-Train 2.0 si propone di fornire una scarpa con tutte le caratteristiche necessarie per completare un allenamento intenso, tra cardio e pesi, senza dove cambiare calzature durante lo stesso. Se nella corsa, bisogna un po’ limitare le distanze ed è più una scarpa da allenamento rapido che da prestazione, nella parte di pesistica è assolutamente ottima, a partire dall’impronta a terra, molto ampia e non limitante per il piede, che trova sempre l’appoggio saldo su tre punti, con l’aggiunta delle dita in trazione e spinta. Non è un aiuto da poco, si sente tutta la differenza rispetto ad una scarpa tradizionale e la tenuta generale è molto forte, grazie anche all’ottima trazione, in tutte le direzioni. Inoltre, Vibram V-Train 2.0 attiva molto di più i muscoli stabilizzatori di caviglia, tibia e polpaccio, in modo da farli lavorare sempre in maniera attiva e funzionale sulle diverse alzate possibili. La sensibilità elevata, poi, fa percepire molto bene i movimenti e i trasferimenti di carico tra tallone e avampiede, così da comprendere immediatamente se l’esecuzione è corretta o se si sta compensando in maniera anomala, cosa che spesso accade con scarpe eccessivamente a punta all’anteriore o eccessivamente molleggiate. Tengono molto bene anche sotto pesi rispettabili, come 150 kg di Squat o 200 di stacco da terra, dove si fa oltremodo apprezzare la suola molto sottile, che riduce il deficit e permette di partire in posizione attiva. Benissimo con i pesi, nulla da dire, anzi fa lavorare muscoli che solitamente sono inibiti dalle calzature tradizionali.