
La racchetta migliore del mondo
Le affermazioni assurde, come in tutti i contesti, pullulano anche nel mondo del tennis. Da sempre, riguardo l’attrezzatura, esistono opinioni di ogni specie, condivisibili, ottuse, fantastiche e stravaganti, spesso dettate soltanto di pindarici voli della fantasia e slegate da ogni realistico dato rilevabile.
In un trentennio si sono costituite tre grandi fazioni, che trovano conferma anche dal “bollo di qualità” che l’élite di giocatori ATP e WTA appone a questi attrezzi. In definitiva quindi, Head Prestige, Prince Graphite e Wilson Pro Staff sono riconosciute unanimemente come le racchette con il più alto tasso di preferenze mondiali.
E’ facile quindi aderire a queste convinzioni e farsi sedurre ad ogni nuova versione di queste splendide creazioni. D’altra parte però esistono anche i “ricercatori”, che vanno sempre e costantemente controvento, per scoprire l’oggetto esotico che li convinca definitivamente che la strada giusta non sia mai quella retta.
Ecco quindi che si sviluppano seguaci di storiche Aziende che risorgono dalle ceneri (Völkl, Donnay, Toalson, Maxima, Pacific, Slazenger, la stessa Prince…) e appassionati delle nuove generazioni (Solinco, Mantis, Srixon, Züs, One Strings, Gamma, Neoxx…).
Ma non basta, alcuni pensano sia meglio riappropriarsi dei “vecchi attrezzi”. Così facendo si ricercano sul web oggetti che possano sviluppare un gioco ancora attuale ma che rivelino al contempo una foggia datata e una produzione certificata. Ecco quindi ricomparire le Head Pro Tour, le Yonex Super Rd, le Pro Kennex Redondo, le Fischer Vacuum pro, le Yamaha Secret EX…
E infine… chi rinuncia pure a giocare “moderno” e si rifugia nella tradizione del legno o dei primi telai in graphite a bassissimo flex, per riscoprire la sensazione di un gioco guidato dal massimo della sensibilità e… della minima spinta.

Effettivamente
è davvero affascinante quest’ultima fazione e da appassionato cultore
del vintage, propongo un telaio che è davvero fuori dal coro. La mia
“racchetta migliore del mondo” è… la Völkl World Cup NS14!!! Eh? si!
proprio quel canarino giallo monoshaft, con il piatto grande come una
scodella di riso!
Ecco le specs senza corde: sq.inch=78 – gr=346 – sw=305 – RA=57 – bil cm= 31,7. Sostituisco il cuoio naturale grigio con un Hybrid Performance Wilson e vario questi parametri: sw=294 – bil cm=32,4 – gr.=330
Ora la incordo con un VS Touch Babolat. Tensione 23kg. La incordo Jay Schweid 2 nodi perchè adoro l’equalizzazione regalata da questo pattern e poi perchè 4 nodi non erano contemplati per la racchetta in oggetto.
Beh… non c’è che dire, in relazione alle specs, aumenta alla stragrande la voglia di provarla in campo. E allora eccoci pronti a varcare la soglia di un eccellente campo in terra. Il mio compagno di allenamento è un buon 3.4, terraiolo nel midollo. Io, d’altra parte, non posso lamentarmi, se fosse per me non esisterebbero campi con un colore diverso dal rosso.
La racchetta penetra bene l’aria e mi da una sensazione di compattezza unita alla maneggevolezza di un peso inferiore di almeno 20grammi. Le masse sono “alla vecchia” cioè uniformemente distribuite, merito della schiuma di poliuretano che pervade le cavità del telaio. Schiuma che come andremo a vedere, aiuterà anche nel comfort di gioco.

I primi palleggi sono sicuramente difficoltosi, la palla impatta su uno sweet spot piccolo (ma non troppo), il twistweight è alto, il monoshaft, al contrario di quanto affermava Prince, non aiuta certo a semplificare le cose. Ma qui in effetti, proprio a differenza della Precision Mono, si sente meno la torsione sull’asse, per via della biforcazione che va a creare l’ovale a goccia rovesciata. Qui appunto, meglio della Prince di Connors, si armonizza maggiormente la differenza dimensionale tra piattocorde e fusto. E’ una racchetta per picchiatori, veri, che pensano che, anche tirando a tutta, la palla non uscirà mai da quella maledetta riga. Fategli fare mezz’ora con questo arnese e mezz’ora con una Pure Drive e all’uscita dal campo ci sarà il Vaticano a recapitargli una scomunica! Dopo circa un quarto d’ora viene il bello, il mio braccio gradualmente si adatta al centro di percussione e aumenta la prestazione. Mi sta piacendo davvero! Il back esce basso e profondo, il top non posso esasperarlo ma non è affatto male. Sto sudando come uno schiavo ma mi sto davvero divertendo. Nessuna vibrazione, la racchetta è armonica e piena, il braccio non risente altro che della massa cinetica. Sto dando il massimo e mi esalto colpo dopo colpo. Dopo cinquanta minuti di mazzate da orbi posso dire che questa Völkl NS14 è davvero la racchetta migliore del mondo. Stringo la mano al mio compagno di gioco, non è sudato, per niente. Mi sorride con un ghigno beffardo e mi dice: “Raffa, dopo questa sessione d’allenamento, hai prenotato una t.a.c. per domani?”
Di Raffaello Barbalonga
Irsa & Ukrsa Tutor, Pro Stringer & Master Racket Technician
2 commenti
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Mille volte meglio giocare old style e divertirsi piuttosto che giocare col tennis di oggi senza anima.
Rimpiango la mia Spalding FC20, la mia Dunlop max200G, la mia pro kennex Black Ace, pastosità e sensibilità.